Giovedì 18 Aprile 2024

"Così danneggiarono l'Italia": processo a Standard & Poors, chiesti dal pm 6 rinvii a giudizio

Manager e analisti della società di rating fornirono informazioni non corrette sull'affidabilità crediditiza del Paese manipolando i mercati. E secondo il pm di Trani, Michele Ruggiero, una mail interna dimostra che il declassamento fu intenzionale

La sede centrale di Standard & Poor's a New York (ANSA / JUSTIN LANE)

La sede centrale di Standard & Poor's a New York (ANSA / JUSTIN LANE)

Trani, 22 settembre 2014 - Il pm del Tribunale di Trani, Michele Ruggiero, ha chiesto il rinvio a giudizio per sei imputati, manager ed analisti di Standard & Poor's, accusati di manipolazione del mercato aggravata dalla 'rilevante offensivita'' (perché il reato è commesso ai danni dello Stato sovrano italiano) e dalla rilevantissima gravità del danno patrimoniale provocato.  La richiesta è stata ribadita al termine della discussione all'udienza preliminare in corso dinanzi al gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli.

NEL MIRINO - Rischiano il rinvio a giudizio Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011; Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa-Londra, e gli analisti del debito sovrano: Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Al sesto imputato, David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, viene contestata la responsabilità amministrativa della società.

QUEL DECLASSAMENTO - Manager e analisti di S&P sono accusati di aver fornito "intenzionalmente" ai mercati finanziari - tra maggio 2011 e gennaio 2012 - quattro report contenenti informazioni tendenziose e distorte sull'affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico adottate dal governo italiano, "per disincentivare - secondo l'accusa -l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore". L'ultimo report sotto accusa è quello con cui S&P, il 13 gennaio 2012, decretò il declassamento del rating dell'Italia di due gradini (da A a BBB+).

GIUDIZIO ERRATO - Il giorno in cui Standard & Poor's declassò l'Italia, il 13 gennaio 2012, esprimendo giudizi negativi anche sulle banche, il responsabile per gli istituti di credito di S&P, Renato Panichi, inviò una mail agli autori del report contestando loro di aver espresso giudizi contrari alla realtà sul sistema bancario. 

GALEOTTA FU L'E-MAIL - La mail, sequestrata nei mesi scorsi, è stata letta in aula. In essa Panichi contesta a Eileen Zhang e Moritz Kraemer (questi ultimi due imputati) che ''non è giusto'' scrivere che in Italia "c'è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente è proprio il contrario, uno dei punti di forza delle banche italiane è stato proprio il limitato ricorso/appello ai finanziamenti esterni o all'ingrosso''. La missiva si conclude con un invito esplicito a rimuovere "il riferimento alle banche!''. Troppo tardi. Ormai l'Italia era stata declassata.

AGGUATO - Non solo. Già nell'agosto del 2011, tre mesi prima delle dimissioni del premier Berlusconi, in una mail interna - ha rilevato la procura - analisti della società parlavano del probabile ricorso ad un governo tecnico, in questo modo alterando le successive valutazioni sul rating. Ora in udienza saròà il turno delle associazioni consumatori costituitesi parti civili.