Così vicine così lontane

Chiara Appendino, neo sindaca grillina di Torino, era certissima che il salone del libro sarebbe rimasto sotto la Mole

Milano, 31 luglio 2016 - Chiara Appendino, neo sindaca grillina di Torino, era certissima che il salone del libro sarebbe rimasto sotto la Mole: «Rispetto a Milano siamo avanti anni luce nella cultura del libro». Poche ore dopo la doccia fredda, anzi gelata: gli editori italiani, a larga maggioranza, avevano scelto Milano. Trent’anni di storia non sono bastati di fronte ai minori costi, agli oltre tre milioni di investimenti programmati, agli ambiziosi progetti della nascente newco fra l’associazione editori e la Fiera di Milano. Per i grandi editori non c’è proprio partita: Milano è più ricca, è più attrattiva, ha un pubblico più vasto, può offrire molti più eventi. Milano è la città del fare, è la più dinamica e vivace delle città europee. È già capitale indiscussa della moda e del design. Ora, a maggio, avrà la sua settimana del libro.

E sarebbe bello, ma non succederà, che Torino superasse la sua comprensibile rabbia per la sconfitta e rinunciasse a ridicoli tentativi di rivalsa scegliendo invece di collaborare con Milano e realizzare, insieme, negli stessi giorni, eventi di respiro internazionale per la promozione della lettura. Dopotutto le due città distano appena un’ora di treno, anche se oggi, dopo il clamoroso strappo, appaiono lontanissime. Dal 2007 hanno già in comune un festival musicale, il MiTo, che va in scena a settembre nelle due piazze. Un successo frutto della collaborazione fra le due città. Davvero il campanilismo può impedire che questa intesa si realizzi anche attorno ai libri? Andrebbero studiate nuove iniziative per una kermesse più smart e meno retorica. In un Paese che legge sempre meno, che frequenta le librerie solamente a fine anno per frettolosi regali natalizi, si deve per forza pensare a qualcosa di nuovo e di sorprendente per catturare l’attenzione. Milano può trovare spunti di richiamo e di interesse, sull’esempio dello straordinario successo di pubblico del Fuorisalone della «Design week». Per coinvolgere la gente occorre che le iniziative vengano organizzate, oltre che in Fiera, anche in città e che nelle strade si percepisca chiaramente che quelli sono i giorni dei libro, i giorni dedicati alla lettura. È una grande opportunità per Milano, come ha detto il sindaco, ma va sfruttata bene. Sala è stato bravo a guidare l’Expo, adesso deve essere altrettanto abile a gestire il dopo Expo che potrebbe regalare altre soddisfazioni a una città vivace, stimolante, piena di idee che ha già dimostrato di sapere attrarre grandi investitori. Col salone Milano scommette sulla cultura. Scommette cioè sul fatto che anche la cultura, attraverso una serie di eventi indovinati e non banali, possa portare benefici a una città già ricca di brillanti iniziative (Bookcity e la Milanesiana) che hanno il libro come protagonista. giuliano.molossi@ilgiorno.net