Tentato rapimento nel Torinese, il padre si è inventato tutto, denunciato

L'uomo aveva smarrito il figlio, e dopo che tutto Borgaro Torinese si era smobilitato a cercarlo, una donna gli disse che rischiava che glielo portassero via. Così il 33enne ha inventato la storia del tenato rapimento del piccolo da parte di un rom. Ora è indagato per simulazione di reato, calunnia, procurato allarme e abbandono di minore

Violenza sui minori (Germogli)

Violenza sui minori (Germogli)

Torino, 30 settembre 2014 - Si è inventato tutto il padre del bambino di 3 anni che aveva denunciato il tentato rapimento del figlio durante una festa patronale a Borgaro Torinese. Lo affermano i carabinieri del comando provinciale di Torino. L'uomo aveva raccontato che il figlio si era perso tra la folla per i festeggiamenti in onore dei santi Cosma e Damiano in via Santa Cristina. Poco dopo ha detto di aver notato un uomo che si allontanava con un bimbo in braccio. Lo aveva inseguito, raggiunto e costretto a lasciare il figlio. Una versione che non ha convinto i militari. Quando sono stati chiesti ulteriori scontri, il padre ha confessato di essersi inventato tutto. 

INDAGATO PER SIMULAZIONE DI REATO  - E' indagato per simulazione di reato, calunnia, procurato allarme e abbandono di minore A.G.. Il padre, 33 anni, messo davanti ad alcune foto segnaletiche aveva riconosciuto "al 90%" il presunto responsabile: ma si trattava, in realtà, di un uomo detenuto da parecchio tempo. Da qui, l'accusa di calunnia e il primo segnale di allarme da parte dei carabinieri sul racconto dell'uomo, che poi messo alle strette, ha confessato. Non ci sono altri indagati. 

AVEVA PAURA PORTASSERO VIA IL FIGLIO  - Dopo che l'intero paese si era fermato per cercare il bimbo smarrito, il padre che lo aveva appena ritrovato ha incontrato una donna che gli avrebbe detto che rischiava di vedersi togliere il bambino per abbandono di minore. Sarebbe stata questa paura a indurlo a mentire e a denunciare il finto tentativo di sequestro, alla festa patronale di Borgaro Torinese, una dovizia di dettagli che sono stati smentiti dalle immagini delle telecamere del comune di Borgaro. Non c'e' stato alcun inseguimento, né il pugno sferrato all'inesistente rapitore, né la fuga con un complice a bordo di una Renault 19 grigia mai transitata sul luogo. Il racconto era inverosimile anche per i tempi: solo 4 minuti intercorrono tra un'immagine che mostra il bambino per strada e un'altra in cui il piccolo è già tornato in braccio alla mamma, troppo poco per essere compatibile con gli eventi raccontati dal padre.

IL SINDACO: RINGRAZIO I MIEI CITTADINI  - "Come sindaco di Borgaro il mio primo pensiero è quello di ringraziare i miei cittadini. C'è stato davvero il forte rischio che sull'onda dell'isteria collettiva potessero svilupparsi degenerazioni violente come successo alla Continassa due anni fa. Invece gli abitanti di Borgaro hanno saputo tenere i nervi saldi". E' il commento di Claudio Gambino, primo cittadino di Borgaro Torinese, dopo che il padre ha confessato il falso rapimento accusando un cittadino di etnia Rom. "E' evidente che la convivenza con il campo rom sul nostro Comune non è semplice - ha aggiunto il sindaco - ci sono delle criticità alle quali stiamo lavorando come per esempio l'accordo con Torino per avere degli agenti sulla linea 69. Un ruolo fondamentale nella rapida soluzione del caso lo ha giocato l'ottima collaborazione che c'è stata tra i Carabinieri e la Polizia Locale e determinanti sono state le telecamere del Comune messe a disposizione degli inquirenti, che hanno consentito di accertare rapidamente come si erano realmente svolti i fatti. Borgaro - ha concluso - era e resta per fortuna una cittadina tranquilla in cui i genitori e i nonni possono passeggiare senza rischi con i propri bambini".