Milano, 28 febbraio 2014 - Un quarto posto alle Olimpiadi può lasciare l’amaro in bocca ma può anche essere anche accolto come un risultato importante e valere quasi come un “oro”. Valentina Marchei, 27enne di Basiglio, è soddisfatta per la medaglia di legno raggiunta dall’Italia a Sochi nella prova a squadre del pattinaggio artistico

Marchei, cosa significa il quarto posto nella prova a squadre per il pattinaggio artistico italiano? «E’ la conferma che l’Italia è ormai una realtà importante del pattinaggio artistico mondiale». 

Ha dei rimorsi? «No perché sul ghiaccio ho dato tutta me stessa e, infatti, ho fatto le miei miglior performance di sempre nell’individuale. Il mio risultato, 173.33, rappresenta il mio miglior punteggio in carriera. L’anno scorso ai Mondiali ero diciottesima e dunque non ho nulla da rimproverarmi. In più nella mia finale della gara a squadre ho raggiunto un piazzamento ‘virtuale’ individuale che è un bronzo».

Finalmente hai i suoi pattini.. "Sono arrivati stamattina a Malpensa. Meno male che è finita questa odissea perchè a 3 settimane dai Mondiali (dal 23 al 30 marzo a Tokyo) sarebbe stato un bel problema prepararsi senza i propri pattini".

La sua compagna di nazionale Kostner potrebbe essere all’ultima stagione. Vede qualche giovane pronta a raccoglierne l’eredità? «Non so quando Carolina smetterà, ma il movimento italiano sta bene e le giovani promesse ci sono. Certo la strada che devono fare è ancora lunga e in salita, ma se daranno il massimo potranno togliersi diverse soddisfazioni e magari raccoglierne anche la “pesante eredità”».

Lei è la seconda della famiglia Marchei a fare un’Olimpiade, perché suo padre Marco è stato a Mosca 1980 e Los Angeles1984 come maratoneta. Qual è il vostro segreto? «Amiamo quello che facciamo. Sono stata molto fortunata ad avere un padre che ha vissuto lo sport in prima persona perché mi ha sempre aiutato nei momenti di difficoltà e non mi ha mai imposto nulla».