Trezzano sul Naviglio, 16 aprile 2013 - Bufera in campo e fuori. Domenica la squadra di mister Caniato ha perso in trasferta 1-0 contro il Tortona Villalvernia e ora vede sempre più vicina la retrocessione in Eccellenza. Se gli ultimi risultati della formazione gialloblù non fanno ben sperare, fuori dal campo vanno ancora peggio: Costantino Sessa, presidente del Trezzano calcio, ha rassegnato le dimissioni irrevocabili. Il numero uno gialloblù era al timone della squadra dal 1995, quando l’aveva presa insieme a Oreste Testori in terza categoria, per poi portarla fino alla Serie D (nel 2003 c’è stata anche la fusione con il Trezzano Vigor).

La probabile retrocessione l’ha spinta a questa scelta?
«No, i motivi sono altri. È una cosa che avevo in mente da tanto tempo. Ho preso in mano questa società dalle ceneri. Il Trezzano è come se fosse un figlio per me, ma purtroppo devo lasciare per varie ragioni di carattere economico e personali».

Si spieghi meglio.
«A livello economico è diventata una situazione insostenibile. Io sono titolare di una carrozzeria, ma da solo non riesco a coprire tutti questi costi. Altre squadre di Serie D hanno degli imperi industriali dietro».

Non ha trovato altri soci?
«È qui il problema. In questi anni a inizio stagione partivamo sempre in una decina di soci, ma andando avanti tutti facevano marcia indietro e si ritiravano per motivi personali. Siccome io sono il presidente, ne rispondo in prima persona e ho sempre dovuto ripianare i buchi di bilancio lasciati dagli altri. Inoltre sono rimasto deluso dall’atteggiamento di alcuni giocatori. Domenica avevamo lo scontro decisivo contro il Tortona e tanti hanno giocato senza attaccamento alla maglia, come se non gliene importasse nulla. Infine la realtà locale di Trezzano sul Naviglio non ti dà nessun aiuto».

Che fine farà il Trezzano Calcio?
«Se nessuno prenderà la società a fine stagione, allora il Trezzano morirà. Mi spezza il cuore pensare a una cosa del genere, ma purtroppo siamo arrivati al capolinea».