Motta Visconti (Milano), 20 giugno 2014 - Carlo Lissi resta in prigione a Pavia, detenuto in isolamento e controllato a vista delle guardie carcerarie. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Anna Maria Oddone ha convalidato il fermo e ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’uomo che nella notte fra domenica e lunedì ha confessato di aver sterminato la sua famiglia nella casa dove viveva con loro a Motta Visconti. Secondo quanto raccontato dallo stesso Lissi agli inquirenti, la prima a cadere sotto la sua furia omicida è stata la moglie 38enne Cristina Omes che, come confermerebbero i primi risultati dell’autopsia eseguita mercoledì, avrebbe lottato per difendersi dalle coltellate del marito. Poi Lissi si sarebbe diretto in camera della primogenita Giulia, di appena 5 anni, e l’avrebbe uccisa nel sonno. Infine sarebbe passato al piccolo Gabriele, di soli 20 mesi, e avrebbe fatto fare anche a lui la stessa terribile fine.

Non un solo colpo, come aveva raccontato il reo confesso, ma più coltellate, almeno due o tre, avrebbero provocato il decesso dei suoi due figlioletti, che sarebbero passati direttamente dal sonno alla morte. La conferma arriva dalle indiscrezioni trapelate dopo l’autopsia eseguita sui corpi dei piccoli, anche se per i risultati definitivi i consulenti hanno chiesto di avere a disposizione 60 giorni. L'avvocato di Lissi, Corrado Limentani del foro di Milano, ha detto che in questo momento il suo assistito è «disperato». «È sotto choc, per questo non sono ancora riuscito a entrare troppo nei dettagli di quanto successo sabato sera — racconta il legale —. Credo non sia ancora in grado di spiegare lucidamente cos’è accaduto. Man mano che passa il tempo mi sembra si renda conto sempre di più del fatto che sua moglie e i suoi figli sono morti, per questo lo vedo davvero sconvolto». Mercoledì, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, Lissi si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha quindi confermato né smentito alcun aspetto della confessione resa domenica notte davanti al magistrato Giovanni Benelli.

Nella sua richiesta di convalida dell’arresto, il pm aveva ritenuto che per Lissi fosse concreto il pericolo di reiterazione del reato ma anche quello di fuga, visto che la cassaforte dell’appartamento di via Ungaretti è stata trovata aperta, svuotata dallo stesso informatico per inscenare una rapina finita nel sangue.
Il gip, invece, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere solo perché Lissi deve essere considerato una persona socialmente pericolosa. Intanto domani mattina alle 10 si terranno i funerali delle tre vittime. A salutare mamma Cristina e i piccoli Giulia e Gabriele nella parrocchia di San Giovanni Battista potrebbero arrivare oltre quattromila persone. Già l’altra sera, mercoledì, erano più di duemila i mottesi (ma c’erano anche persone dai Comuni vicini) che hanno sfilato in silenzio per le vie del paese prima di partecipare a una veglia in chiesa. Domani potrebbe officiare, insieme a don Gianni Nava, anche il vicario di Scola.