Rozzano (Milano), 22 aprile 2014 - Parco Agricolo Sud Milano preso d’assalto dai bracconieri. Spariscono dai fiumi gamberi e carpe pescati con reti a strascico; nelle ultime settimane decimate lepri selvatiche e gallinelle d’acqua. Gli ambientalisti denunciano: «Spesso si tratta di gruppi di romeni o cinesi». E si ipotizza che lepri selvatiche e pesci possano finire sulle tavole degli italiani e ai mercati neri, sempre più numerosi. Il fine settimana di Pasqua ha visto molti cittadini della zona sfidare maltempo e acquazzoni, per fare una passeggiata lungo sentieri protetti e oasi. Ed è bastato poco per rendersi conto che qualcosa non va.

La fauna, anche quella ittica, è stata decimata. Non sono sparite solo le nutrie (che comunque sono ancora tante) ma intere colonie di lepri selvatiche e dalle rogge e dai laghetti si sono volatizzate gallinelle d’acqua, anatre e gamberi della Louisiana. «Sono anni che cacciatori e pescatori di frodo agiscono nel Parco senza essere ostacolati e senza trovare alcun impedimento - racconta Antonio Bruosn, ambientalista e sentinella dell’associazione Occhi Aperti – alcuni giorni fa dei romeni stavano pescando con rete a strascico nell’oasi di Basiglio. Sono stati visti da alcuni pescatori e sono fuggiti.
Basta poco per fare una strage di carpe o di gamberi. Sono sufficienti due persone e una rete a strascico su una roggia a ripulire il corso d’acqua d’ogni tipo di pesce». E mentre le grandi associazioni animaliste e ambientaliste a Pasqua si sono concentrate sulla difesa dell’agnello, i bracconieri di nuova generazione hanno spadroneggiato fra rogge, cave, laghetti e oasi per compiere mattanze infinite.

«Le carpe pescate nelle cave o nelle rogge, i gamberetti spariti dai corsi d’acqua, le lepri e le gallinelle finiscono ai mercati neri - racconta un pescatore che preferisce restare nell’anonimato – a Cascina Gobba come nei pressi di porta Genova ci sono mercati illegali del pesce dove vengono venduti a prezzi bassi senza alcun controllo veterinario». Ma la preoccupazione non è solo per quello che finisce al mercato nero. «Di mattina e di sera si possono vedere gruppi di cinesi andare a caccia di gallinelle e anatre – spiega ancora Bruson – noi questi fatti li abbiamo segnalati alle autorità».

Viene spontaneo chiedersi se selvaggina e pesci finiscano in alcuni ristoranti compiacenti. «Non ci sono prove, però anche se finissero “solo” su tavole private resterebbe un fatto assurdo e pericoloso». Nelle scorse settimana le sentinelle del Pasm hanno anche rinvenuto una nassa, (rete a strascico) adoperata dal pescatori di frodo nella quale erano rimaste imprigionate otto tartarughe. Tutte morte.

massimiliano.saggese@ilgiorno.net