Pieve Emanuele, 19 aprile 2014 - Per la festa della Liberazione il Comune premia tre pievesi che hanno liberato dalle tangenti la città. Quest’anno ricorrono i vent’anni dall’avvio dei procedimenti giudiziari sul malcostume politico e amministrativo che hanno segnato due decenni della storia pievese. Per questo il sindaco Paolo Festa ha deciso di conferire il premio «Luigi Gemelli» a Paolo Baruffa, Umberto Franco e Francesco Argeri, ritenuti artefici della rivolta contro il malaffare locale.

Paolo Baruffa è stato uno degli autori dei primi esposti alla magistratura. Umberto Franco e Francesco Argeri invece sono stati i primi sindaci a gestire la città dopo l’ondata di arresti. «Si tratta di tre cittadini che hanno contribuito in prima persona alla nuova liberazione del territorio pievese — spiega il sindaco Paolo Festa — Per questo abbiamo deciso di conferire loro il premio Gemelli il 25 aprile».

Quegli anni di «Pievopoli» fecero tremare tutta la città per colpa di quel manipolo di amministratori Dc, Psi, Pc. Pieve per certe scelte scellerate ha pagato un prezzo altissimo con la cementificazione selvaggia di Salvatore Ligresti e l’affaire Tolcinasco, che vide implicato Paolo Berlusconi. In galera finirono una dozzina fra amministratori, assessori e sindaci. Le varianti ai vecchi piani regolatori che hanno originato una lunga storia di scempi edilizi, tangenti e malaffare, sono: Quartiere delle Rose, Ripamonti Residence e RipamontiDue Hotel legati a Salvatore Ligresti.

Il quartiere delle Rose, finito innumerevoli volte all’attenzione delle cronache, venne realizzato nei primi anni 90. Composto da un centro direzionale con palazzoni alti 8 piani e alcuni magazzini di due piani erano destinato a diventare centro direzionale del polo fieristico di Lacchiarella e dell’interporto: due progetti naufragati. I palazzi rimasero così vuoti e in balìa del degrado, divenendo teatro di molti crimini per poi finire letteralmente sventrati e spogliati di arredi, infissi, e impianti da bande di ladri.

Nel mirino dei magistrati anche il castello di Tolcinasco, trasformato in un centro residenziale vip con campo da golf per cui la Seg (Società europea golf) e Paolo Berlusconi sono stati condannati in sede civile a un maxi risarcimento per danno ambientale: 12 milioni.
massimiliano.saggese@ilgiorno.net