San Zenone al Lambro (Lodi), 27 marzo 2014 - Individuati i parenti del giovane investito e ucciso da un automobilista ubriaco a Sordio. Da una parte il dolore della famiglia rintracciata dal ministero degli Esteri grazie al numero fornito dalla polizia locale di San Zenone, che ha saputo della tragedia a migliaia di chilometri di distanza. Dall’altra, i conoscenti stranieri della vittima che - dopo aver saputo avesse in tasca soldi - hanno cercato più volte di spacciarsi per parenti al fine di intascare i contanti. Akter Hossan Akter, 28enne del Bangladesh, è stato investito sulla strada provinciale 159 lunedì pomeriggio da un milanese che guidava con un tasso alcolemico di 1,68 grammo di alcol per litro di sangue. Tre volte il limite massimo consentito dalla legge. Aveva anche preso almeno due tipi diversi di droga.

L’ incidente è avvenuto lungo la salita del cavalcavia ferroviario e per l’investito, che camminava a piedi con un amico rimasto quasi illeso, purtroppo non c’è stato nulla da fare. La salma si trova ancora all’obitorio di Vizzolo Predabissi e quando la famiglia delegherà un incaricato italiano che faccia da tramite tra i due Stati per ciò che riguarda gli aspetti burocratici, sarà possibile rimpatriarla per i funerali. L’autorità giudiziaria ha infatti deciso di non predisporre l’autopsia sul cadavere, visto che i fatti sono chiari.

All’investitore, C.G. di 50 anni, è stata ritirata la patente e sequestrata l’auto. Risponderà, ma a piede libero perché secondo la Procura non può inquinare le prove né reiterare il reato o fuggire, per omicidio colposo e guida sotto l’effetto di alcol e droga. Sconcerta sapere che in questi giorni alcuni stranieri si sono presentati al comando della polizia locale di San Zenone, che ha eseguito i rilievi e preparato le pratiche, in cerca di denaro. Saputo che, quando è stato investito, Akter aveva in tasca soldi, si sono spacciati per parenti o amici intimi. Solo per prendersi i soldi. Gli agenti li hanno smascherati. Una dolorosa speculazione che aggiunge tristezza alla sorte del ragazzo. Uno straniero come tanti, rifugiato politico dal 2012, che aveva raggiunto il lodigiano nella povertà sperando di trovare una vita migliore e poter aiutare, anche se da lontano, i propri familiari del Bangladesh. Invece i suoi sogni si sono infranti su un cavalcavia di provincia, per colpa di un automobilista ubriaco e drogato.

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