Casarile (Milano), 16 marzo 2014 - Non c'è posto sul bus e gli studenti restano a piedi. Riesplode la protesta a Casarile per il servizio di trasporto pubblico inadeguato alle esigenze dell’utenza. La Provincia di Pavia non ha soldi per chiedere un’integrazione delle corse e l’azienda dei trasporti si giustifica dicendo che ha conducenti ammalati e pullman fuori uso. «Abbiamo ottenuto autobus più capienti dopo la levata di scudi delle famiglie nell’ottobre scorso e fino a fine anno non ci sono stati grossi disagi – spiega Guido Tafuri, consigliere comunale di opposizione del gruppo “Il Ponte di Casarile” – ma dal 7 gennaio, alla ripresa delle lezioni, improvvisamente, sono spariti dalla linea gli autobus a due piani e gli autosnodati, capaci di fare fronte alla “domanda” dei 140 ragazzi di Casarile, che ogni giorno vanno a Pavia a studiare. Abbiamo chiesto spiegazioni al gestore che si è giustificato dicendo avevano autisti ammalati e autobus rotti. Inoltre ci hanno detto che l’aumento delle corse era fuori contratto».

Tafuri allora, supportato anche dal sindaco Giuseppe Brusadelli e da tutto il Consiglio comunale, ha chiesto un intervento della Provincia di Pavia. «Preoccupati ci siamo rivolti all’assessore ai Trasporti Paolo Gramigna che però ci ha detto che le casse sono vuote e che non erano in grado di intervenire».

Una soluzione gli amministratori di Casarile l’avrebbero anche trovata. Dal prossimo anno scolastico sono pronti a stanziare una quota per garantire l’incremento delle corse, in cambio si aspettavano per i due mesi che restano quest’anno che l’azienda garantisse il trasporto per tutti gli alunni. Invece il gestore non ha aumentato gli autobus. «Non vogliamo beneficenza dalla Pmt – spiega ancora Tafuri - i nostri cittadini pagano in abbonamenti 8mila euro l’anno. Vogliamo un servizio adatto agli studenti, che non devono viaggiare come bestie, oppure rischiare di ritrovarsi a piedi e saltare la scuola. I mezzi che provengono da Lacchiarella e Binasco arrivano pieni e l’altro giorno 12 ragazzi sono rimasti per strada».

Le corse per studenti sono quelle delle 7.20, utili per raggiungere Pavia in tempo per l’apertura delle scuole, ma non bastano 54 posti a soddisfare le esigenze di 140 abbonati. Amministratori e familiari si stanno mobilitando per avere garantito il trasporto che pagano regolarmente. A ottobre scorso avevano annunciato di bloccare gli autobus alle fermate di Casarile: «Perché dobbiamo protestare per ottenere un servizio che paghiamo profumatamente. Nel nostro Paese come al solito si trovano i finanziamenti per le grandi opere come la Tav - aggiunge Tafuri – ma per i servizi essenziali non ci sono mai i contributi. Studenti e pendolari sono sempre penalizzati».

di Massimiliano Saggese