di Massimiliano Saggese

Pieve Emanuele, 1 marzo 2014 - Una bimba che ha bisogno dell’insegnante di sostegno, una mamma che si trova ad affrontare un muro di gomma e le istituzioni che danno risposte disarmanti come: «Stiamo verificando», «Manca il dirigente del settore», «Risolveremo il problema al più presto». Sembra una delle tante storie già sentite, dove un utente per ottenere un diritto deve andare a bussare mille porte senza poi avere risposte concrete. Ma questa volta a subire il sopruso da parte delle istituzioni è una bimba di 4 anni che frequenta la scuola d’infanzia Don Zeno da due anni.

La piccola necessita di un’insegnante di sostegno per 25 ore la settimana, praticamente sempre se si escludono le ore dei pasti. Ma nonostante le migliaia di maestre in cerca di lavoro, a Pieve sembra che nessuna voglia andare a insegnare, soprattutto se si tratta di ricoprire per un periodo il ruolo di insegnante di sostegno. E così a lungo la piccola è rimasta e continua a restare senza quel sostegno indispensabile per farle vivere la scuola al meglio.

«Il 30 novembre 2012 ho scritto una lettera al dirigente dell’Ufficio scolastico per la Lombardia, con richiesta di chiarimenti circa l’utilizzo improprio delle ore di sostegno destinate a mia figlia — spiega la mamma, Monica Malchi — Dopo alcune settimane arriva una lettera di richiamo e richiesta di chiarimenti dell’accaduto, dal ministero dell’Istruzione al dirigente scolastico. Pensavamo tutto fosse a posto e che finalmente mia figlia avrebbe avuto un’insegnante di sostegno. Ma dal 23 gennaio di quest’anno sono ricominciati i problemi con l’assenza dell’insegnante per una decina di giorni, senza sostituzione. Poi è cominciato un balletto di insegnanti e di incarichi. La maestra di sostegno non abilitata al sostegno viene utilizzata come supplente di un’altra maestra assente e da sola deve gestire l’intera classe e mia figlia. Martedì scorso addirittura mancavano alcune maestre quindi i bambini di tre classi sono stati smistati in due classi con altrettante maestre, circa 25-27 bambini per classe e a rimetterci, in questo caso, oltre a mia figlia sono stati anche gli altri alunni». «Quando chiedo spiegazioni alla dirigenza mi viene detto che non ci sono maestre disponibili a venire a lavorare qui. Allora mi crolla il mondo addosso».

Anche a Il Giorno la Direzione regionale scolastica non ha spiegato il perché di questa situazione. Capita che gli insegnanti si assentino dal lavoro, ma le graduatorie per inviare supplenze dovrebbero essere ricche di nomi di insegnati pronti a lavorare. «Purtroppo il dirigente del settore è assente — spiegano dalla Direzione regionale scolastica — e non possiamo dare spiegazioni nel dettaglio».