San Donato Milanese (Milano) , 245 febbraio 2014 - Aquila 7 non tornerà più a casa. Nel condominio di largo Volontari del Sangue la notizia dell’aggressione del tassista Alfredo Famoso è piombata come un macigno, ieri pomeriggio nellaportineria del civico 8 non si parlava d’altro. «Siamo dispiaciuti per Alfredo e preoccupati per Federico, il figlio: è un ragazzo buono come il pane, lavorava con il padre ed erano molto legati»,dicono i vicini di casa dell’uomo aggredito. Un appartamento al settimo piano dove Alfredo Famoso viveva con la moglie Giovanna Contu, casalinga, e il figlio 25enne Federico, mentre il primogenito è ormai sposato e vive fuori casa da tempo.

«Una tragedia che ci ha colpito moltissimo - racconta Claudio Piazza, il portinaio -, è pazzesco morire per un litigio così banale. Viviamo in un momento difficile, la gente è provata dalla crisi e ormai sono tutti più nervosi e aggressivi. Meglio non litigare mai, non si può sapere con chi si ha a che fare. Forse in quel momento, di fronte al litigio, Alfredo avrebbe dovuto andarsene, ma è facile dirlo con il senno di poi».

Sono 150 le famiglie del supercondomonio di largo Volontari dl Sangue, i coniugi Famoso sono stati tra i primi a stabilirsi nel quartiere alla fine degli anni Ottanta. «Alfredo aveva tanti amici tassisti, era molto conosciuto -ricorda Daniela Motta, portinaia -, ormai era quasi in pensione. Con Federico si alternava nei turni. Sono una famiglia normale, Federico è un ragazzo molto buono e siamo preoccupati per il suo dolore». Di origine calabrese, «Aquila 7» (questo il nome del suo taxi) era arrivato a San Donato più di una ventina di anni fa con la moglie sarda e due bambini piccoli. «I parenti della moglie Giovanna si stanno organizzando per arrivare dalla Sardegna - continua Piazza -, la notizia si sta spargendo in fretta tra gli abitanti del condominio«.

Capannelli di persone davanti all’ingresso, gente che parla e racconta di un fatto violentissimo rimbalzato velocemente dalle pagine dei giornali al cortile di San Donato. Tratteggiano ilritratto di un uomo «perbene»con una «bella famiglia», alcune vicien, che raccontano: «Magari aveva un carattere un po’ fumantino». ma che da una discussione possa scaturire una tragedia, questo no, è inaccettabile.

patrizia.tossi@ilgiorno.net