San Giuliano Milanese (Milano), 11 febbraio 2014 - «I traffici di cani dall’Europa dell’Est? Chi compra cuccioli a basso costo è connivente coi truffatori. E i veterinari che favoriscono certi fenomeni andrebbero relegati nel deserto del Gobi». Animalista dall’alba dei tempi, Edgar Meyer è stato il primo a denunciare i risvolti illegali, come la tratta dei cuccioli da Ungheria e Romania, che a volte si nascondono dietro il commercio dei quattrozampe. Il tema è tornato di attualità in questi giorni, dopo che le forze dell’ordine hanno sgominato un traffico di cani provenienti dall’Europa dell’Est, arrivati in Italia in precarie condizioni e destinati ad essere venduti sul mercato milanese. La base logistica dell’organizzazione era il centro cinofilo Santa Brera, a San Giuliano.

«Un plauso a chi ha sgominato questo traffico, ma anche tanto rammarico nel vedere che, dopo anni di denunce e segnalazioni, certi fenomeni sono ancora attuali, architettati da gente senza scrupoli», commenta Meyer, presidente di Gaia Animali & Ambiente e portavoce di Diamoci la Zampa.
Ma il suo j’accuse va oltre e chiama in causa anche gli acquirenti. «I cani non si comprano in saldo, come si comprerebbe un paio di braghe – dice -. Bisogna diffidare degli esemplari low cost. Prezzi troppo bassi devono far scattare un campanello di allarme».

La tratta dei cani, e più in generale degli animali da compagnia, non è solo questione di normative che vengono aggirate. È anche un problema etico, di coscienza. Strappati troppo presto alle madri e sottoposti a viaggi estenuanti, spesso i cuccioli arrivano in Italia (quando vi arrivano) stremati. Chi sopravvive rischia di sviluppare apatia, disagio, aggressività. Atteggiamenti che non tutti i padroni sono disposti ad accettare, tanto che alcuni esemplari si ritrovano presto senza famiglia, pronti ad affollare canili e rifugi. «Per interrompere questo circuito vizioso bisogna adottare comportamenti responsabili: non sono ammesse leggerezze - ribadisce l’esperto -. Diffidare degli annunci su Internet e preferire all’acquisto in negozio l’acquisto in allevamenti certificati dall’Enci».

Nell'ambito dell’ultima operazione anti-tratta, con epicentro a San Giuliano Milanese, tre persone sono finite agli arresti domiciliari. Tra queste c’è un veterinario che, all’arrivo dei cuccioli in Italia, in meno di 24 ore forniva microchip, libretti sanitari e, a richiesta, anche pedigree contraffatti, facendo risultare gli animali come nati nel nostro Paese.

di Alessandra Zanardi