Melegnano, 2 dicembre 2013 - Imu, azzerato l’aumento sulla prima casa: a Melegnano si torna all’aliquota base per non gravare sui cittadini. Con un Consiglio comunale straordinario convocato sabato, i politici locali hanno deciso di cancellare il balzello dell’Imposta sugli Immobili che era stato varato nei mesi scorsi, quando il Comune aveva fatto lievitare l’aliquota dell’abitazione principale, relativa al 2013, dal 4 al 6 per mille.

Ora si fa dietro-front e si torna al valore ordinario, ovvero al 4 per mille. Il che significa che i possessori della prima casa non dovranno pagare alcunché: a fronte di questo importo, infatti, l’imposta risulta abolita. Le decisioni del Comune fanno seguito alle disposizioni del Governo che, con un decreto-legge licenziato mercoledì, ha previsto il pagamento della seconda rata dell’Imu per quote superiori al 4 per mille.

In altre parole, se non si fosse deciso di tornare alla base, Melegnano sarebbe stato tra i 2.375 Comuni italiani dove i cittadini rischiano, viste le ultime direttive, di dover versare una parte della tassa poiché lo Stato non è in grado di coprire l’eccedenza.

«Laddove il Governo non rispetta gli impegni presi con gli enti locali, noi, che ci mettiamo la faccia, rispettiamo il nostro impegno coi cittadini - commenta Fabio Raimondo, assessore a Melegnano e responsabile provinciale di Fratelli d’Italia -. Ad oggi, siamo forse tra i pochi Comuni della Provincia di Milano ad aver abolito l’Imu».

Ma dai banchi dell’opposizione c’è chi rivendica di aver giocato un ruolo importante nelle decisioni del Consiglio comunale. «È stato anche grazie alle pressioni di Sel e Centrosinistra Melegnano, se si è arrivati ad azzerare l’aumento – dice Pietro Mezzi, capogruppo di Centrosinistra Melegnano -. Se non si fosse tornati al 4 per mille, i versamenti richiesti non sarebbero serviti ad assestare il bilancio 2013, che è già in equilibrio, ma sarebbero andati ad incidere sul 2014, col rischio di un arricchimento indebito dell’ente, a discapito dei cittadini».

Intanto, dai Caf italiani arriva l’allarme per le ultime disposizioni in materia di Imu. Il decreto-legge che cancella solo parzialmente il versamento della seconda rata è arrivato troppo a ridosso delle scadenze. E la confusione generata dal provvedimento rende probabili alcuni errori nel calcolo degli importi, da pagare entro il 16 gennaio. Lo sostiene Unimpresa, a cui aderiscono 900 Centri di assistenza fiscale.
alessandra.zanardi@ilgiorno.net