San Giuliano, 28 novembre 2013 - San Giuliano nel mirino della Procura, le scelte urbanistiche dell’esecutivo Lorenzano fanno discutere. Se la Procura di Lodi ha deciso di aprire un’inchiesta sulla variante dell’ex piscina comunale, notificando in Comune venti avvisi di garanzia a sindaco, assessori, dirigenti amministrativi e consiglieri di maggioranza, è anche per le pressioni esercitate dai politici di opposizione, decisi a scandagliare una vicenda che a qualcuno è parsa poco chiara.

L’oggetto del contendere è l’iter avviato dall’amministrazione di San Giuliano per la trasformazione del sito dell’ex centro natatorio, un terreno di 32 mila metri quadrati, in via Risorgimento. Oggi quella è un’area standard, ma un suo eventuale passaggio a residenziale potrebbe facilitare il risanamento di Genia, l’azienda municipalizzata gravata dai debiti, che è proprietaria del lotto. Inoltre, un’eventuale cessione del terreno ai privati favorirebbe l’arrivo in città di strutture e servizi (in particolare, una piscina pubblica), a corredo dei nuovi complessi abitativi che vi troverebbero spazio.

Da qui il percorso intrapreso dalla Giunta e dalla maggioranza consigliare che, con due delibere del 2012, hanno varato le linee d’indirizzo propedeutiche al cambio d’uso. «La delibera del Consiglio comunale è stata approvata nonostante fosse corredata dal parere di un legale, l’avvocato Mario Viviani, che su questo passaggio aveva espresso forti perplessità», attacca l’ex sindaco Marco Toni, consigliere di opposizione per la lista Vivibene San Giuliano. Insieme a Vito Nicolai (Pdl) e Stefano Dornetti (Lega Nord), primi firmatari del documento, Toni è tra i sostenitori di un esposto che ha fatto scattare le indagini.

«L’avvocato scrive che la condizione generale per qualsiasi variante urbanistica è la sussistenza di un interesse pubblico sotto il profilo urbanistico, per conferire all’area di via Risorgimento una destinazione diversa da quella attuale. Utilizzare il potere di cambiare il Pgt al fine di far conseguire al Comune un’utilità economica è del tutto illegittimo».

Dello stesso parere il consigliere di minoranza Giorgio Salvo del movimento Cinque Stelle, che non firmò l’esposto e fece a sua volta una segnalazione in Procura. «La costruzione di nuovi palazzi non può passare per interesse pubblico — dice — Una variante del genere non può soggiacere a motivazioni economiche». Dai banchi dell’opposizione intervengono anche i consiglieri di Sel Massimo Molteni e Francesco Marchini: «Siamo convinti della carenza di legittimità di molte scelte di questa amministrazione. Se dietro questa illegittimità ci sia interesse e/o dolo, lo valuterà la magistratura. Quel che è certo è che con la sottovalutazione delle regole si creano le premesse per perdere il controllo democratico delle procedure».
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