Rozzano, 19 ottobre 2013 - Un inglese trapiantato a Rozzano, dove mette su famiglia; manutentore in un hotel a 5 stelle, dove vede andare e venire nababbi mentre lui non riesce a mantenere la prole.

Non è il ritratto del protagonista di un film made by Ken Loach, e pure il finale è meno amaro di quanto avrebbe potuto. Perché questo 45enne, che ha rubato mazzette di contanti dalle cassaforti dell’albergo, ha potuto infine patteggiare una pena di 6 mesi, peraltro sospesa per aver subito confessato e restituito i soldi. «Ero disperato, sentivo male dentro e non lo volevo fare, ma ero costretto».

Lo sfondo è quello del Sol Melià di via Masaccio, a Milano. Dove lavora come operaio Brian John N. che a casa ha un pargolo di 22 mesi e un bimbetto di 8, impossibili a suo dire da sfamare con 1.300 euro di paga. Così quando Brian John vede la chiave master delle cassaforti sulla scrivania di un addetto alla sicurezza, se la mette in tasca. Poi copia le schede elettroniche per aprire le stanze: «Avevo scoperto che quelli della sicurezza utilizzavano un computer nello stesso ufficio al secondo piano dove ci siamo anche noi manutentori, così mi ero appropriato del codice d’ingresso per fare le copie». In quattro mesi, dal novembre 2009 al marzo 2010, l’inglese s’introduce nelle camere dove alloggiano sette sceicchi iraniani e «preleva» 27mila euro. Altri 40.892 li arraffa dagli uffici della direzione.

Ma alla fine lo bloccano. Brian John finisce a processo con decreto di citazione a giudizio diretto. Risponde di furto con l’aggravante dell’aver commesso il fatto in modo fraudolento.
Ieri il patteggiamento è stato accolto dal giudice della nona Sezione penale del Tribunale di Milano. L’hotel si era costituito parte civile, lamentando anche danni d’immagine perché ogni volta che un cliente lamentava un ammanco, gli veniva risposto che era impossibile: le cassaforti svaligiate venivano trovate chiuse e con ancora inserito il codice. Tuttavia l’accordo di applicazione della pena raggiunto dalla difesa, avvocato Carlo Fontana, non prevede risarcimento perché l’imputato ha restituito subito i soldi.
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