Buccinasco, 8 giugno 2013 - Parco Sud, si torna in aula. La Cassazione ha annullato con rinvio le condanne inflitte a sei imputati che, secondo l’inchiesta condotta dalla Dda milanese, avrebbero fatto parte del clan della ’ndrangheta Barbaro-Papalia. Il provvedimento è stato depositato ieri mattina e dà il via a un appello bis che dovrà essere celebrato a Milano davanti a una diversa Corte d’appello. «Le nostre tesi — spiegano gli avvocati Ambra Giovene e Gianpaolo Catanzariti — in favore di Salvatore e Domenico Barbaro, finalmente trovano ascolto in Cassazione e la soddisfazione è doppia visto che anche nel processo Cerberus, un anno fa, c’è stato l’annullamento con rinvio per il reato associativo».

L’operazione Parco Sud, che nel novembre 2009 aveva portato all’arresto di presunti boss legati a una delle cosche più radicate nel Sud Milano, aveva coinvolto anche nomi di insospettabili. In primo grado, nell’ottobre 2010, al termine del processo con rito abbreviato sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta nel settore edile e del movimento terra nel Sud Ovest, erano arrivate condanne fino a 8 anni e 8 mesi di carcere. E l’impianto accusatorio era stato confermato anche in appello nel 2012, con lievi riduzioni di pena. Ieri, la prima sezione della Cassazione ha annullato con rinvio le condanne per associazione mafiosa per Domenico Papalia, Domenico, Francesco, Rosario e Salvatore Barbaro e Antonio Perre, difeso dall’avvocato Maria Teresa Zampogna. L’annullamento riguarda il reato di associazione mafiosa e l’aggravante mafiosa in altre imputazioni, mentre sono state confermate le responsabilità per alcuni reati «satellite».

Era stato lo stesso sostituto procuratore aggiunto di Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello, a chiedere l’annullamento con rinvio per il reato principale di associazione di stampo mafioso. «Abbiamo evidenziato come la condanna si basi sulla duplicazione del reato associativo già contestato in Cerberus — spiega Catanzariti —. Come previsto dal principio del ne bis in idem, non si può giudicare due volte per lo stesso reato». Infatti, l’associazione a delinquere di stampo mafioso contestata durante l’operazione Parco Sud, avviata nel 2007, sarebbe la stessa — in termini di organizzazione e persone — già contestata nell’operazione Cerberus avviata nel 2004, a sentenza nel 2010. Sono state annullate con rinvio, sempre in relazione al reato principale, le confische nei confronti delle società Kreiamo degli imprenditori Andrea Maddafari e Alfredo Iorio, l’Immobiliare Buccinasco e le altre imprese dei Barbaro che, secondo l’accusa, sarebbero state in mano alla cosca.

francesca.santolini@ilgiorno.net