Rozzano, 4 maggio 2013 - Stefano Savasta non c’è. È rimasto a casa, dove per motivi di salute si trova agli arresti. Ma il sostituto procuratore generale Gianni Griguolo non gli concede sconti nel processo d’appello: «Confermate la condanna all’ergastolo». La pubblica accusa non ha dubbi: è Savasta, 53 anni, il mandante dell’omicidio di Stefano Cerri, 47 anni, anche lui imprenditore e rivale in amore dell’imputato.

Cerri scomparve una sera di dicembre del 2008, da allora il cadavere non è mai stato trovato. Però c’è un uomo, il dominicano Wilton Valles, che sta scontando otto anni di carcere perché si è autoaccusato e ha coinvolto tre connazionali. Valles non ha mai chiamato in causa Savasta come mandante, ma uno dei suoi tre presunti complici, Omar Calcano, quello sì ha avuto contatti con l’imprenditore. Né Calcano né Savasta sono mai riusciti a dare una spiegazione del loro rapporto di frequentazione o degli sms che si scambiarono il giorno in cui, stando alla confessione di Valles, Cerri venne rapito all’uscita dall’azienda, caricato su un furgoncino e finito a calci, pugni e colpi di vanga.

Sarebbe stato poi sepolto in un terreno di Rozzano che subì in seguito lavori di sbancamento. Il pg Griguolo ha ripercorso anche il possibile movente: la gelosia per Ivana S., ex segretaria e amante di Savasta che poi si era messa con Cerri. E l’escalation di violenze (già provate) che l’imputato riservò al rivale ma anche alla donna. Griguolo ha chiesto la conferma del carcere a vita anche per i tre dominicani, uno latitante. Contro Savasta, infine, il tenore di certe conversazioni con il figlio registrate in carcere, nelle quali si informava con insistenza sul luogo dove gli inquirenti stavano cercando. Martedì parleranno le difese. Lo stesso giorno, probabilmente, il verdetto.