San Giuliano, 13 aprile 2013 - Si è vista respingere diverse offerte di lavoro. Un fatto di per sè normale per una ragazza di 21 anni: c'è la crisi, le aziende non assumono se non con il contagocce. Particolare è il motivo del loro rifiuto: Sara Mahmoud non si vuole togliere il velo che la sua religione le impone. Non si tratta per altro del niqab, che copre interamente il viso lasciando scoperti solo gli occhi, ma del velo più diffuso tra le donne musulmane che copre solo i capelli, le orecchie e il collo, il chador.

La ragazza, nata a Milano da genitori egiziani e residente a San Giuliano, sta studiando per laurearsi in  Beni Culturali all'università Statale e vorrebbe trovare un lavoretto per arrotondare. Così contatta diverse agenzie a cui manda il proprio curriculum vitae e riceve sempre il medesimo messaggio: "Sei disposta a toglierti il velo per fare vedere il tuo viso?" E lei impassibile e in maniera molto educata replica che non è possibile. La trattativa finisce così: le aziende non la prendono e lei si sente discriminata e penalizzata.

Così ha deciso di fare ricorso al Tribunale di Lodi per porre rimedio a quella che lei considera un'ingiustizia bella e buona. Saranno gli avvocati ora a districare la matassa.