Binasco, 2 aprile 2013 - Sono quasi tre anni che i sottopassi ciclopedonali di Binasco sono stati inaugurati, ma ancora oggi sono inagibili. Invasi dall’aqua piovana, dal giugno del 2012 sono rimasti impraticabili e ogni volta che piove la situazione peggiora. Ieri e il giorno di Pasqua, in cui il clima è stato clemente con Milano, regalando uno scorcio d’inizio primavera, in centinaia hanno preso d’assalto la pista ciclopedonale che costeggia il Naviglio pavese.

Ma tutti - giunti a Binasco dove si trovano i due sottopassi - hanno dovuto fare dietrofront oppure attraversare la rotatoria di Binasco, ossia quel luogo dove s’incontrano tre delle principali arterie del Sud Milano: la Ss 35 dei Giovi, la Sp 40 «Binasca» e la Sp 30 per Rosate. Un incrocio ad alta densità di traffico e altamente pericoloso per pedoni e ciclisti.

L’opera era stata inaugurata dal presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e dall’assessore alle infrastrutture e mobilità Giovanni De Nicola il 6 giungo del 2010. Pochi giorni dopo, al primo acquazzone, ci si accorse che qualcosa non andava al sistema di scarico delle acque piovane dei due sottopassi e allora venne interdetto il transito a pedoni e due ruote. Alcuni giorni dopo partirono anche i lavori per realizzare un sistema di scarico della acque idoneo. Lavori che dopo quasi tre anni hanno subito un altro stop.

Questa volta è stata la sfortuna a essersi accanita contro questi due sottopassi. I soliti ignoti hanno messo a segno un furto, probabilmente su commissione, rubando le idrovore. I ladri hanno portato via le due elettropompe che avrebbero dovuto impedire all’acqua di allagare il sottopassaggio della pista ciclabile, un danno da quasi diecimila euro, come ha sottolineato l’assessore De Nicola, che ha ipotizzato la realizzazione di un sistema di videosorveglianza o la chiusura notturna dei due sottopassi per evitare altri furti in futuro.

Mentre la Provincia di Milano si affretta a comunicare che non sono note le tempistiche per rendere agibili i due sottopassi, gli amanti delle due ruote chiedono se non era il caso di pensare a questi problemi prima di inaugurare la ciclopedonale per poi lasciarla inagibile per tanto tempo. «C’è almeno un metro d’acqua se non di più nei sottopassi e questa è una situazione che va avanti da tre anni, da quando sono stati realizzati - spiegano Giuseppe e Gretel - due giovani che si sono trovati il sottopasso allagato -. Forse chi ha progettato quest’opera doveva pensare che se piove un sottopasso si riempie d’acqua».

massimiliano.saggese@ilgiorno.net