di Francesca Santolini

Buccinasco, 10 marzo 2013 — Con dieci voti favorevoli, due contrari e tre astenuti è stata approvata la convenzione tra il Comune di Buccinasco e la scuola materna parrocchiale di Romano Banco - fondata da Don Stefano Bianchi - che prevede il taglio di 80mila euro al contrbuto annuale versato dal Comune che scenderà così a 470mila euro. «Questa convenzione non ci soddisfa affatto – commentano i rappresentanti del comitato della scuola –. Con questo documento le famiglie buccinaschesi perdono la libertà di scelta in quanto si crea volutamente disparità di trattamento economico tra i bambini frequentanti la scuola parrocchiale e i bambini che frequentano la scuola statale».

«È vero che c’è stato un dialogo per arrivare a questa convenzione — afferma Riccardo Deriu — ma come si vede dai contenuti non c’è stata apertura sui punti da noi segnalati e tutto è rimasto invariato. La scuola parrocchiale offre da sempre un servizio utile sanando le carenze della scuola pubblica. È stato preso in considerazione questo aspetto nella redazione e nella valutazione dei contenuti da inserire nella convenzione?».

Secondo quanto affermato dal comitato, il taglio del contributo, prima voluto dal commissario prefettizio e ora confermato dal consiglio comunale, costringerà i genitori degli alunni della scuola parrocchiale a pagare una retta più alta rispetto ai genitori che hanno iscritto i loro figli alla scuola pubblica. «Molti , oltre che per l’indirizzo religioso, hanno iscritto i proprio figli alla scuola materna parrocchiale per questioni di comodità, perché è la scuola materna più vicina a casa — spiega Roberto Visentin —. Io per primo mi sono trovato al secondo anno di iscrizione a dover sostenere una retta molto più alta rispetto al primo anno. Un sacrificio che affronto per non far cambiare scuola e amici a mia figlia, ma non è giusto».

In pratica le famiglie anzichè pagare una media di 50/60 euro al mese, dovranno pagarne circa 100 per permettere alla scuola Don Stefano Bianchi di proseguire nella sua opera educativa. «Il concetto di equità che ho sentito più volte ripetere, non trova una traduzione pratica — afferma — Paolo Brocca —. Noi siamo penalizzati da un aumento concreto che non trova valide giustificazioni. Siamo vittime di una lotta ideologica tra scuola pubblica e scuola privata». Uno scontro in cui i genitori della scuola parrocchiale non si riconoscono.

«Molti hanno figli che frequentano la scuola materna parrocchiale e altri più grandi iscritti alle scuole pubbliche — dice Mary Alberga —. È una questione di equità e correttezza. Noi chiediamo di pagare per lo stesso servizio, in questo caso l’iscrizione alla scuola materna, allo stesso prezzo. Purtroppo con questa decisione non sarà più cosi». «Alle parole — aggiunge Leonardo Spezziabottani — non seguono poi i comportamenti. Sono stati loro i primi, ad alzare i toni e tramite facebook ad invitare i cittadini a intervenire in consiglio sostenendo la scuola pubblica. Sono loro a mettere alla base di questa scelta la questione ideologica. Il risultato? Una guerra tra poveri». «Accetteremmo questi tagli se la nostra città fosse realmente in difficoltà — conclude Claudio Scalvenzi — Così non è».

francesca.santolini@ilgiorno.net