Cesano Boscone, 16 dicembre 2012 - Due comunità a raccolta per aiutare la famiglia di Denis Stevan, la guardia giurata 24enne che la sera di sabato primo dicembre, ha sparato e ucciso il padre Enzo di 47 anni. L’uomo, in preda agli effetti dell’alcol, aveva estratto un coltello da caccia che teneva legato alla cintura minacciando la moglie e il figlio. A quindici giorni dalla tragedia la società di rugby del Comune di Cesano Boscone, frequentata dai fratelli gemelli di Denis, che i colleghi del giovane - incarcerato a San Vittore - originario di Bassano del Grappa ma da tempo residente a Cesano con la famiglia, hanno dato il via ad una raccolta fondi per aiutare gli Stevan. Una vicinanza non solo simbolica: i colleghi e amici del giovane sono in stretto e continuo contratto con la mamma. Nell’appartamento di via Delle Acacie, al primo piano si cerca di tornare alla vita di sempre, ad una normalità che non potrà più essere la stessa. Da due settimane il giovane accusato di omicidio volontario è rinchiuso in carcere mentre la giustizia sta compiendo il suo corso.

Dopo l'autopsia effettuata sul corpo di Enzo Stevan, ucciso da due colpi di pistola al polmone, si attendono i risultati che tra gli altri accertamenti dovranno appurare le dipendenze dell’uomo da sostanze. Ma altre perizie, tra cui anche quella balistica, potrebbero diventare presto atti del procedimento penale per omicidio volontario aperto nei confronti del giovane. Un’accusa che la difesa tenterà di smontare sostenendo , come ha dichiarato il difensore di Denis, l’avvocato Enzo Barbetta, che si è trattato di «una tragica, terribile fatalità».

di Francesca Santolini