Buccinasco, 2 dicembre 2012 - Altra tegolagiudiziaria per il Comune di Buccinasco: la maxi inchiesta per tangenti che nel marzo 2011 ha portato all’arresto del sindaco e di due amministatori e all’insediamento del terzo commissario prefettizio nella storia del Comune non è riuscita a fermare quello che è già stato ribattezzato il «sistema Buccinasco». Due nuovi avvisi di garanzia sono stati consegnati a due dipendenti pubblici accusati di aver truccato appalti anche durante il periodo di «garanzia» del commissariamento.
 

Secondo l'accusa, i due tecnici avevano trovato il modo per aggirare la legge che impone il ricorso allo strumento della gara d’appalto per interventi che superano i 20mila euro. Frazionando in lotti i lavori, sarebbero riusciti a gestire gli appalti affidandoli in più riprese alle stesse aziende. Questo sarebbe avvenuto in diverse occasioni nel 2010 e anche durante il commissariamento. Sotto la lente degli inquirenti sono finite le spese di manutenzione straordinaria della scuola di via Primo Maggio e dell’annessa palestra. Un intervento di oltre 150mila euro per il quale non è mai stata bandita alcuna gara. Al contrario gli affidamenti dei frazionamenti sono stati indirizzati ad aziende del territorio tra le quali ne spicca una particolarmente vicina agli ambienti della criminalità organizzata. Anche per il rifacimento dell’impianto di climatizzazione del Comune è stato seguito lo stesso copione. Per garantire a tre diverse aziende il lavoro del valore di 200mila euro, l’intervento è stato diviso in lotti. 
 

Questi gli ultimi capitoli della storia giudiziaria buccinaschese: una vicenda che non sembra volersi chiudere. Almeno nel breve periodo. Infatti, sebbene la vicenda dell’arresto dell’ex sindaco, Loris Cereda e degli ex amministratori Marco Cattaneo e Antonio Trimboli siano già giunte alla fase processuale – e in alcuni casi già giunte a sentenza - non tutti gli stralci derivati dall’inchiesta condotta dalla Procura milanese sono stati chiusi. Restano ancora oggetto di indagine alcuni filoni come ad esempio quello del verde e di via dell’Industria. Non solo l’area non è stata ancora dissequestrata dopo i sigilli posti a causa di una movimentazione non autorizzata di rifiuti, ma le indagini sui i due bandi di gara necessari per la sua vendita non sono state ancora concluse. 

di Francesca Santolini