San Donato, 9 novembre 2012 -È guerra aperta sul fronte della scuola, dove i genitori stanno combattendo una lunga battaglia per salvare dallo smembramento le scuole medie cittadine. L’obiettivo è evitare che le classi della De Gasperi-Galilei, l’unica scuola media inferiore di San Donato, vengano divise in tre pezzi, così come indicato da Palazzo Isimbardi. Due i focolai della protesta, ma un unico fronte per salvare le medie dal ridimensionamento scolastico.
Sono 400 le firme raccolte da un gruppo di genitori preoccupati per il futuro dei propri figli, mentre il consiglio di istituto della De Gaspari-Galilei sta lavorando insieme al Comune per trovare una linea di azione condivisa, elaborando un progetto che non penalizzi gli alunni. Il nodo del problema è legato alla verticalizzazione delle scuole dell’obbligo che, secondo la Provincia, dovrebbero portare alla nascita di istituti che comprendano l’intero ciclo di studi dell’obbligo, dalle materne alla scuola secondaria di primo grado. Così facendo, però, l’unica scuola media cittadina verrebbe divisa in tre.
«Non ha senso spezzare le classi in tre istituti diversi - spiega Attilio Barbieri, vice presidente del consiglio di istituto della De Gasperi-Galilei -, sarebbe un sacrificio troppo grande, che porterebbe alla chiusura di un’ottima scuola di 900 alunni per smembrare le classi in tre istituti diversi. Sarebbe un danno per la qualità della didattica, è provato che le scuole con poche classi sono destinate alla chiusura». La città ha fatto un fronte unico. «Tutti i genitori sono contrari alla chiusura della nostra scuola media - continua Barbieri -, c’è anche stata una raccolta firme per opporsi alle scelte imposte dalla Provincia».
Nelle scorse settimane, Palazzo Isimbardi ha rigettato la proposta avanzata dall’amministrazione comunale sulla creazione di due istituti comprendenti l’intero ciclo scolastico e uno più piccolo, senza la scuola media. Dopo la bocciatura, la giunta ha deciso di opporsi alla nascita di soli due istituti, con un numero di studenti troppo alto per poter continuare a garantire la qualità formativa, ma di sottoporre nuovamente alla Provincia lo stesso progetto. «È l’unica proposta sensata - conclude Barbieri -, ed è un segnale di ascolto del territorio».
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