Assago, 9 agosto 2012 - Niente Imu e niente addizionale Irpef: sono questi gli ingredienti del piano anti crisi del sindaco di Assago Graziano Musella. In piena austerity sia a livello nazionale che locale, il piccolo Comune alle porte di Milano viaggia in controtendenza. Grazie a una politica oculata e a scelte lungimiranti l’amministrazione è l’unica realtà dell’hinterland a non aver applicato l’imposta sugli immobili e a non aver aggravato il prelievo fiscale manovrando sull’aliquota Irpef (comunale). Ad Assago nessuno ha pagato l’Imu a giugno e nessuno la pagherà a settembre.

«La nostra è stata una scelta ben precisa — spiega il sindaco — se si vogliono creare le condizioni per lo sviluppo occorre razionalizzare la spesa e non introdurre nuove tasse. In questo senso, il nostro è un segnale forte e concreto non solo verso i cittadini ma, anche, verso tutti gli altri enti locali e sovracomunali». Oltre a non pagare la tassa sulla casa, gli oltre ottomila residenti sono esenti, anche dall’addizionale Irpef.

«Non è stato facile — ammette Musella — abbiamo dovuto fare una nostra spending review per trovare le risorse alternative, visto che abbiamo mantenuto la stessa quantità e qualità dei servizi, ma ce l’abbiamo fatta. L’offerta in termini di welfare è immutata. E così pure i servizi scolastici. Sono sempre gli stessi, senza aggravi per i contribuenti. Noi sì che abbiamo messo in campo quegli strumenti di finanza pubblica innovativa che avrebbe dovuto utilizzare anche Monti».

Nel piatto, Assago ha messo vari ingredienti. Oltre ad aver venduto una parte del patrimonio pubblico e a poter contare su un insediamento commerciale tra i più importanti della provincia di Milano, l’amministrazione Musella è andata ad intervenire sulla spesa generale, azzerando gli sprechi e rinunciando, a benefit e altri privilegi. «Anche nella gestione pubblica — spiega il primo cittadino — abbiamo applicato il buon senso e la diligenza dei padri di famiglia, spendendo lo stretto necessario». Scelte che a marzo sono valse al Comune l’ingresso nell’elenco dei 143 enti locali virtuosi su circa 8mila campanili italiani e 110 Province.

francesca.santolini@ilgiorno.net