Settala, 13 giguno 2012 - Azzerare gli sprechi, trovare un punto di equilibrio tra le spese e le entrate, trasformare la macchina comunale in un sistema capace di autofinanziarsi. Sono solo alcuni dei traguardi raggiunti nel 2011 da 143 Comuni italiani, dove i sindaci hanno stretto i cordoni della borsa per salvare le casse dalla morsa del Patto di stabilità. In gergo si chiamano Comuni virtuosi, nei fatti si tratta di città a misura di cittadino, dove le auto blu non si sono mai viste, i privilegi della casta sono lontani anni luce e dove i cittadini possono contare su servizi efficienti, alla portata di tutte le tasche. Va all’hinterland milanese la palma d’oro della politica antispreco. Su 143 città sparse sul territorio nazionale, sette sono nel Milanese. Ad aggiudicarsi dallo Stato il titolo di Comune virtuoso per il 2011 sono Assago, Baranzate, Inzago, Lainate, Rosate, Settala e Vimodrone.
 

Un traguardo importante quello raggiunto dalle sette città, soprattutto se si considera che in Italia esistono 8.092 campanili, di cui 2.409 soggetti ai vincoli del famigerato Patto di stabilità sui bilanci comunali. I sindaci vivono il Patto come un cappio alla gola perché questo complicato calcolo finanziario, nato per verificare la tenuta dei bilanci comunali, nella realtà non è una vera cartina di tornasole degli sprechi, ma si tratta di un laccio strettissimo sui bilanci che impedisce a molte amministrazioni di erogare servizi e mettere in cantiere nuove opere pubbliche.

A fronte di sindaci che hanno indossato la fascia per protestare contro il Patto imposto dal Governo, nell’hinterland in sette hanno fatto di necessità virtù. «Sono quattro i criteri per essere considerati Comuni virtuosi — spiega Enrico Sozzi, sindaco di Settala e membro di Anci Lombardia — dove nel 2011 i bilanci sono stati chiusi a saldo zero. Innanzitutto il rispetto del Patto di stabilità, poi l’autonomia finanziaria della macchina amministrativa, il perfetto equilibrio tra le entrate e le uscite della parte corrente del bilancio, la capacità di immediata riscossione delle tariffe comunali».


Un traguardo importante, che a conti fatti si trasforma in un vantaggio economico per la città. Ai 143 Comuni italiani verrà riconosciuto dallo Stato un premio complessivo di 149 milioni che servirà a rendere meno rigido il Patto di stabilità, riconoscendo alle singole città un bonus finanziario per chiudere senza ansie il bilancio dell’anno corrente. Una somma, però, a cui il Governo non rinuncia e che, infatti, verrà ridistribuita sui Comuni spendaccioni.
 

patriza.tossi@ilgiorno.net