Milano, 9 ottobre 2011 - La bandiera arancione sulla prua di Palazzo Marino, per il momento, non è agitata da aria di cambiamento. Almeno per quel che riguarda le polveri sottili. Così, nell’autunno pisapiano del 2011, i livelli di smog restano preoccupanti esattamenti come quelli del 2010 e anche il coro di proteste dei sindaci dell’hinterland — «la Metropoli non può decidere tutto da sola su temi come l’inquinamento» — suonano praticamente identici a quelli dell’era Lady Moratti. Oggi, esattamente come accadeva un anno fa, a vietare la città alle auto sarà la sola Milano. L’hinterland non ci pensa neppure — «macchine a volontà, tanto da noi il Pm10 non è a livelli preoccupanti» — e ribadisce: «Così non si va da nessuna parte, servono soluzioni condivise». Anche perché, come fa notare l’assessore Giorgio Fallini di Pioltello, «se chiudi alle auto Milano e lasci a ruota libera le strade provinciali, a noi che ci cambia? Con le 100mila macchine che intasano la Rivoltana, la Cassanese e la Padana, bloccare il traffico cittadino ci fa solo danni. Altro che aria pulita».
 

Mal di pancia a parte, qualche lancia a favore del nuovo sindaco di Milano la spezzano più o meno tutti. Da Nord a Sud della periferia. «Diamogli fiducia». Perché, se è vero che allo stato attuale il copione non è variato neppure di una virgola rispetto ai tempi pidiellini, sul piatto le promesse e le parole sono di «apertura e conciliazione» con i cugini poveri del Milanese. «Pisapia ha dimostrato di voler aprire un vero dialogo con noi e di volerci venire incontro su alcuni aspetti imprescindibili», dice il sindaco di Rho Pietro Romano. «Nell’incontro che abbiamo avuto in Provincia venerdì, Milano ci ha dato alcune rassicurazioni, in primis sulle tariffe calmierate per il trasporto pubblico verso l’hinterland nei giorni di chiusura del traffico». Basta? Ovviamente no: «Beh — spiega Romano — ci vorrebbero tariffe agevolate 365 giorni l’anno. Insomma, basta con le disparità di biglietto per chi deve uscire dalla Metropoli». Se accadrà mai è presto per dirlo. Si sa che il nodo trasporti è sempre stato un tasto dolente nei rapporti fra centro e periferia.
 

Il collega di Cernusco sul Naviglio, Eugenio Comincini, si leva qualche soddisfazione: «Altro che domeniche chiuse al traffico. Le misure da intraprendere contro lo smog devono essere strutturate e pianificate: il nostro Comune, per esempio, tra piste ciclabili, caldaie a metano ed eco-edilizia può considerarsi un esempio per tutti. Pisapia? Beh, aspettiamo fiduciosi. Sperando che non commetta i gravi errori del passato». Quello che è stato fatto fino a oggi, di sicuro, non piace. Neppure al primo cittadino di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini: «La partenza di Giuliano non è stata entusiasmante, ma l’incontro di giovedì prossimo fra noi sindaci dell’hinterland e Milano fa ben sperare. La Moratti, semplicemente, ci ignorava». A quell’incontro ci sarà anche il sindaco Massimo D’Avolio, di Rozzano. «Per cambiare l’aria». Che così, davvero, è diventata irrespirabile. Almeno nell’hinterland.