San Donato, 25 settembre 2011 - Una piazza sotto assedio, gli abitanti del quartiere relegati in un inevitabile «coprifuoco». Risse, giochi d’azzardo, bivacchi diurni e strani viavai di furgoni che, secondo i residenti, nasconderebbero un giro di lavoro nero legato al fenomeno illegale del caporalato. È la pesante situazione vissuta dagli abitanti di Certosa, il quartiere di San Donato tenuto da tempo sotto scacco da una banda di balordi. Si tratta di una trentina di ragazzi, tra romeni e bulgari, che trascorrono il giorno e le notte in piazza Tevere, imbottiti di alcol e spesso armati di taglierini o coltelli. Stanchi di assistere impotenti, venerdì sera gli abitanti hanno aderito all’appello del Comitato Quartiere Certosa e sono scesi in piazza per riappropriarsi della zona dove abitano almeno per una notte.

«C’è un clima di terrore - spiega Gianluca Sartore, presidente del Comitato locale - la gente ha paura, sempre più spesso accadono risse che gettano nel panico gli abitanti e rischiano di far degenerare la situazione». L’anno scorso il grido di allarme del Comitato aveva fatto scattare i controlli da parte delle forze dell’ordine, stabilizzando la situazione. Dopo l’estate però è tornata l’insicurezza. «Tutte le mattine, quando apro la saracinesca dell’edicola, mi ritrovo in un inferno – racconta Maurizio Bortot, brigadiere capo in congedo della stazione dei carabinieri di San Donato - sono una trentina gli stranieri che bivaccano in piazza, non lavorano e stazionano sulle panchine tutto il giorno. Giocano a carte, bevono birra e poi, quando gli animi si riscaldano per colpa dell’alcol, finisce sempre in una rissa».

«Non capiamo perché rimangono qui tutto il giorno - continua Bortot - non credo che ci sia un giro di spaccio, penso invece che ci sia un problema di caporalato. Al mattino presto vedo arrivare dei furgoni che caricano alcuni di loro, gli altri rimangono invece in piazza a bere». Urlano, si insultano e poi finisce sempre a bottigliate. «Negli ultimi mesi sono scoppiate quattro risse - continua Monica Pasolto - noi non possiamo più uscire di casa e passare dalla piazza con i bambini è fuori discussione. Da agosto non ci sono più controlli, ci sentiamo abbandonati in questo lager».

Anche i furti negli appartamenti sono all’ordine del giorno. «Questa situazione ha cambiato le abitudini della gente, non c’è più una vita di quartiere - dice Alexander Chillambo - gli abitanti cercano di evitare di passare nella zona. Vogliamo indietro la nostra piazza, potrebbe diventare un luogo di aggregazione per i bambini, gli anziani e gli abitanti della zona. Invece è vissuta da tutti come un luogo altamente pericoloso». Il problema non è razziale, assicurano gli abitanti. Certosa è il simbolo dell’integrazione: «Ci sono tanti stranieri per bene - afferma Luciana Menegazzi - il problema della sicurezza è legato solo a questi giovani nullafacenti. Siamo scesi in piazza per fare emergere una situazione ormai intollerabile, ci aspettiamo un intervento forte da parte delle istituzioni». «Vivo qui da dieci anni e la mia vita è diventata in incubo - conclude Giuseppe Poltronieri - ho visto ragazzi spartirsi delle mazzette da 50 euro, sono troppi soldi, è certo che non se li guadagneranno onestamente».