Pieve Emanuele, 26 luglio 2011 - Profughi: a oltre due mesi dall’arrivo a Pieve Emanuele è scoppiata la normalità, anche se la paura per eventuali nuovi arrivi resta alta. Ieri mattina le strade della città erano praticamente deserte. Vuoi perché molti pievesi sono già andati in vacanza, vuoi perché chi è rimasto in città è andato a lavorare. Per strada si vede qualche pensionato che va a fare la spesa, qualche mamma con passeggino. Poi si vedono solo loro, i 280 profughi ancora ospitati al Ripamonti Residence.

Si vedono mentre escono alla spicciolata dai due ingressi della struttura alberghiera e, a gruppetti di tre-cinque-dieci persone, vanno a spasso per la città. Cercano di essere invisibili per dare meno fastidio anche se la comunità pievese li ha accolti molto bene ed è scattata subito l’integrazione. Tuttavia loro si sentono lo stesso nell’occhio del ciclone.

Non possono andare nei negozi perché non hanno soldi e non possono ancora lavorare, anche se qualcuno di loro ha cominciato ad arrangiarsi in qualche modo. Senza dare troppo nell’occhio, per evitare problemi soprattutto burocratici, si è trovato qualche lavoretto saltuario, come svuotare una cantina, imbiancare o fare dei lavori edili nelle case. «Questi poveri ragazzi ormai si sono saputi adattare e si sono integrati pienamente con la popolazione. Ora speriamo che risolvano presto i loro problemi con permessi e pratiche in Prefettura così potranno essere anche più attivi – spiega Pietro Zannino, segretario locale dell’Udc che ogni giorno va al residence per tastare il polso della situazione –. Si sono dette tante parole fino ad oggi ma la verità è che da una parte le istituzioni si sono quasi dimenticate di questi ragazzi e dall’altra alcune ci sono forze politiche pronte a sparare a zero contro chi, senza preavviso e messo davanti al fatto compiuto, ospita i profughi».

«Da noi sono venuti poche volte ma sono stati molto educati e si sono integrati benissimo con i clienti locali – racconta Tonino Moscara, del bar trattoria la Cooperativa di via Roma –. Solitamente non entrano nei locali e nei negozi perché non hanno soldi da spendere». Dello stesso parere Marina Kazakevica: «Sono gentili e si vede che vorrebbero fare qualcosa durante il giorno, quando invece non hanno quasi nulla da fare». «Noi speriamo solo che non ci mandino altri profughi perché ancora non sono stati sistemati quelli arrivati ad inizio maggio, che dovevano stare qui una quindicina di giorni – spiega invece Massimo Saracino –. Ormai abbiamo capito che resteranno qui per molto tempo ancora ma almeno le istituzioni facciano fare loro qualcosa».

«Una vicenda gestita male – dice Mario Pagliosa - questi ragazzi sono stati portai a Pieve e abbandonati. Incredibile. Speriamo che riescano a sistemarli tutti, prima o poi». «Noi siamo rientrati apposta dalla ferie per seguire la vicenda in Consiglio comunale – spiega Germano Orlando – su richiesta urgente delle opposizioni per affrontare la vicenda tutti assieme, poi però chi ha chiesto il Consiglio comunale non era presente. È vero che le istituzioni ci hanno abbandonato ma è vero anche che nemmeno su un argomento tanto delicato riusciamo ad essere tutti d’accordo».