Segrate, 2 luglio 2011 - «Nelle camere dei miei alberghi a quattro stelle dormono 42 profughi libici in fuga da fame e guerra. I miei clienti abituali sono uomini d’affari, atleti e ricchi turisti da tutto il mondo. Non ospito questi disperati per fare un favore allo Stato che non sa dove metterli. Faccio del bene, ma ho anche un guadagno economico». Chi parla è Claudio Novelli, 57 anni, nato a Lucca, albergatore. Nove giorni fa ha firmato un contratto in Prefettura per la gestione, pagata dalla Protezione civile, dei 36 profughi libici alloggiati in 12 stanze triple nel suo Eur hotel di Trezzano. Cinquanta euro a persona al giorno, fino al 30 settembre. Gli altri sei sono nell’Air hotel di Segrate dal 18 maggio.

«Ne avrei accolti anche di più a Segrate, su richiesta del viceprefetto Guido Chiodi - aggiunge Novelli -. Ma il sindaco, Adriano Alessandrini, si è opposto. I comuni vicini non hanno ascoltato il suo appello e lui non ha voluto ricevere altri profughi».
Come si stanno muovendo Enti locali e Governo?
«C’è incapacità a valutare la situazione. Se è vero che a fine anno i profughi saranno quadruplicati, lo Stato deve attrezzarsi con strutture d’accoglienza proprie».
Intanto gli albergatori tolgono le castagne dal fuoco...
«Soluzione che condivido se nell’immediato non ci sono strutture sociali alternative. Ma questa situazione non può durare più di due mesi».
Poi?
«Lo Stato dovrebbe individuare strutture dismesse come caserme od ospedali da recuperare attraverso società che si avvalgano del lavoro dei profughi stessi. Per tenerli occupati, consentendo loro di guadagnarsi da vivere».
Ma serve lo status di rifugiato e ci vuole un anno.
«Il Governo dovrebbe essere più elastico e ridurre i tempi burocratici che portano a un grande spreco di denaro a causa di questo assistenzialismo».
Profughi ospiti del Governo in albergo, mentre tanti italiani soffrono la povertà. Non è un paradosso?
«No. I profughi sono arrivati fuggendo alla morte. È un’emergenza umanitaria, temporanea. Meritano un occhio di riguardo».
Lei trae un guadagno da questa situazione?
«Sì. Giugno, luglio e agosto sono per me bassa stagione, quindi ci guadagno».
È già stato pagato?
«No, anzi prevedo lungaggini. Ma quanto meno mi aspetto un credito sull’Iva».
Per quanto tempo è disposto a proseguire così?
«Si vedrà il 30 settembre».
Come sono i suoi ospiti?
«Sono persone spontanee e molto gentili».
Vuole lanciare un appello?
«Considero un dono questa esperienza che mi mette alla prova come uomo. Consiglio agli albergatori di ospitare questi profughi, un’iniziativa utile a persone in difficoltà e nello stesso tempo anche a noi. I cittadini possono portare i vestiti che non utilizzano più. Qualsiasi aiuto è ben accetto».