Trezzano sul Naviglio, 18 giugno 2011 - Sciogliere il nodo che attualmente blocca la produzione e favorire il reintegro dei lavoratori attualmente in cassa integrazione: questi gli obiettivi dell’incontro che, dopo alcuni rinvii, sembra essere definitivamente fissato per inizio settimana prossima. Infatti, proprio lunedì pomeriggio, alle 14,30, presso la sede della Regione Lombardia, si incontreranno i vertici dei soggetti coinvolti nella delicata operazione di "salvataggio" della Maflow, l’azienda trezzanese leader nella realizzazione di componenti per le autovetture. All’importante appuntamento, che potrebbe decidere il destino di quasi 200 lavoratori, parteciperanno le associazioni di categoria, il vicepresidente della Regione Andrea Gibelli e i rappresentanti di Maflow BRS e di BMW Italia oltre al sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Stefano Saglia.

"L’obiettivo dell’incontro è il ripristino delle commesse di BMW alla Maflow - spiega Guido Trifiletti, segretario provinciale di FLMUniti CUB - favorendo in questo modo il rientro dei lavoratori, attualmente in cassa integrazione e ristabilendo così la piena occupazione». Infatti, è proprio la nota casa automobilistica tedesca che negli anni addietro, rappresentava un fornitore determinante per lo sviluppo aziendale del sito Trezzanese: da BMW arrivava circa l’80% delle commesse e un fatturato annuo di 20 milioni di euro. Proprio nel mezzo della crisi Maflow, la casa tedesca ha bloccato gli ordini tornando a produrre "in casa".

Ora la situazione è critica. Sebbene il rientro completo degli esuberi sia previsto per il 2013, gli operai credono sia giunto il momento di schiacciare sull’acceleratore e tornare a produrre a pieno regime. Nonostante in azienda siano tornati, settanta dipendenti, la mole di lavoro è irrisoria tanto da provocare un esubero di oltre 20 persone. A questo punto, per evitare il crac e il trasferimento della produzione altrove con la chiusura di una delle ultime fabbriche trezzanesi, come previsto negli accorsi firmati lo scorso mese di agosto, le istituzioni, ai vari livelli, stanno tentando di dare seguito all’accordo salva-lavoro, promuovendo il ritorno della produzione delle componenti BMW e disincentivando qualsiasi forma di delocalizzazione dello stabilimento.

Insomma, per tutelare l’occupazione dei lavoratori, verrà passata al vaglio ogni possibile strada praticabile per evitare la chiusura dell’azienda. Questo significa che non solo le commesse devono tornare al sito, permettendo alle macchine di rimanere sempre accese e costringendo la proprietà a reintegrare i lavoratori attualmente in surplus, costretti ad usufruire della cassaintegrazione straordinaria ma, anche, invitando gli enti competenti a creare le condizioni affinchè sull’area interessata non si possano ipotizzare interessi differenti da quello produttivo.