Trezzano Sul Naviglio, 16 aprile 2011 - Dopo la manifestazione che, nei giorni scorsi ha portato al blocco della nuova vigevanese, i lavoratori della Maflow, azienda trezzanese leader nella realizzazione di componenti per autovetture hanno raggiunto il palazzo di Regione Lombardia. Un incontro dall’esito positivo, che ha spinto l’assessore regionale a scendere in campo al fianco dei lavoratori. "Dopo un ulteriore confronto con il sottosegretario allo Sviluppo economico Saglia, confermo la volontà a istituire un tavolo sull’automotive a Milano. Questo dimostra un efficace metodo di lavoro".

Lo ha detto il vicepresidente di Regione e assessore all’Industria e artigianato Andrea Gibelli a margine dell’incontro con i lavoratori della Maflow. "Questo tavolo - ha continuato Gibelli - deve portare la nuova amministrazione polacca ad assumersi le responsabilità, anche a fronte degli impegni che Fiat e Bmw hanno rispetto a un polo produttivo che ha sempre dimostrato parametri di qualità e produttività". Proprio la sollecitazione delle imprese automobilistiche a riportare la produzione delle commesse a Trezzano era uno dei punti fondamentali dell’accordo salva lavoratori. "Il nostro obiettivo è quello di spingere le istituzioni a tenere fede all’impegno preso a ottobre - ha detto Massimo Lettieri della cub -, quando il magnate polacco si è aggiudicato lo stabilimento trezzanese. Ad oggi, i punti del documento non sono stati rispettati e, se le istituzioni non si attiveranno in tempo il nostro sforzo rischierà di naufragare». La situazione che si è creata nello stabilimento della Maflow (dopo l’acquisizione da parte di un magnate polacco diventata New Company Maflow Brs), non è delle più facili. "Se non arriveranno nuove commesse - prosegue Massimo Lettieri - la situazione precipiterà. Stando alle richieste attuali si registra un esubero di 50 lavoratori. Se la produzione non aumenterà, per i cassintegrati svanirà il sogno di riappropriarsi del loro posto di lavoro".

Infatti, dopo l’accordo di agosto, solo una parte di operai e impiegati è tornata in fabbrica. Per gli altri è stata attivata la cassa integrazione straordinaria: il primo anno è scaduto ma, il rinnovo, seppur non arrivato ufficialmente, sembra essere già scontato. «Per i cassintegrati - prosegue Lettieri - c’è ancora un anno di sussidio mentre, i lavoratori richiamati dal magnate polacco sono garantiti grazie al decreto Prodi bis fino ad ottobre 2011. Da quella data, l’azienda può dare via ai licenziamenti ed, eventualmente, pensare ad una delocalizzazione dell’azienda".