Buccinasco, 25 gennaio 2011 - Si torna a parlare di ‘nrangheta e i comuni del sud Milano tornano sotto i riflettori. Nella giornata di ieri presso la casa circondariale di Pavia si è costituito Domenico Papalia, latitante sin dal 3 novembre 2009 quando la Direzione distrettuale antimafia del tribunale milanese emanò 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere infliggendo un duro colpo alle ‘ndrine operanti nell’hinterland milanese. Il secondo, per l’esattezza. “Parco Sud” infatti, deriva dall’operazione Cerberus che, nel luglio del 2008 sgominò il clan Barbaro – Papalia con l’arresto dei vertici della cosca operante nel settore dei movimenti terra.

Classe 1983, Domenico figlio del boss Antonio Papalia condannato nel 1997 a più ergastoli e sottoposto al regime del 41 bis era uno dei maggiori referenti e per il pentito Saverio Morabito il capo della mafia in Lombardia. Testimone che gli inquirenti sostengano abbia preso il figlio, seppur giovanissimo. Il suo nome, infatti, compare nei mandati di cattura dell’operazione Parco sud, derivanti dalle indagini diretta dai Sostituti Procuratori della DdA di Milano Boccassini, Venditti, Dolci e Storari.

In quell'occasione però il giovane che secondo gli investigatori non dormiva più di tre giorni nello stesso letto riuscì a sfuggire al blitz organizzati dai carabinieri e dai militari della Guardia di finanza del Gico e fuggire dalla sua abitazione buccinaschese. Per mesi ha portato avanti la sua latitanza fino a quando ieri accompagnato dal suo avvocato si è costituito. Stessa cosa aveva fatto l’altro latitante eccellente dell’operazione Parco Sud: Antonio Perre detto Toto ‘u cainu.

Nato a locri nel 1984, anche lui imparentato con la famiglia Papalia, era ricercato per associazione mafiosa, detenzione e porti d’armi da guerra e riciclaggio. Il suo ruolo all’interno dell’organizzazione era cambiato, assumendo una maggiore valenza, dopo gli arresti del clan Barbaro a seguito dell’operazione Cerberus. La stessa operazione che portò all’arresto di Pasquale Papalia, fratello maggiore di Domenico, oggi in carcere con una condanna di cinque anni.

Ma se l'operazione del 2008 ha affermato il dominio dei platioti (riusciti a colonizzare il settore del movimento terra attraverso al creazione di un «mercato di monopolio»), l’operazione Parco Sud ha svelato l’evoluzione delle nuove leve all’interno dell’organizzazione. Attraverso l’utilizzo di teste di legno e di imprenditori insospettabili, gli affiliati avevano iniziato ad estendere i loro tentacoli in altri settori senza mai trascurare quello principale: l’edilizia. Costruzioni, aumenti di volumetria, trasformazioni di aree sono il nuovo «pane» della mafia che, abbandonati i sequestri, esplora ora nuovi «mercati».

Ecco, quindi, che nel ciclone che si sta abbattendo sul Sud Milano, finiscono anche i primi imprenditori: Andrea Madaffari e Afredo Iorio. Dalla Parco Sud, nasce il filone Parco Sud II che mette in luce come questo rinnovarsi sia stato capace di agevolare le infiltrazioni nelle amministarzioni pubbliche: mentre molti tremano, vengono infatti arrestati i primi due politici. In un’operazione bi-partisan finiscono in cella l’ex sindaco Pd Tiziano Butturini, presidente di Tasm e Michele Iannuzzi, allora consigliere comunale del Pdl trezzanese.