Trezzano, il prete non arretra di un millimetro: chiude oggi il glorioso Tennis club

La parrocchia proprietaria del terreno non rinnova il contratto

Claudio Balzaretti  e il presidente Ennio Casucci con le firme raccolte

Claudio Balzaretti e il presidente Ennio Casucci con le firme raccolte

Trezzano sul naviglio (Milano), 30 giugno 2016 - Brutte notizie per il «Tennis Club Trezzano», che oggi dovrà definitivamente tirare giù la serranda. A nulla sono valsi i tentativi del gestore, Ennio Casucci, e di tutti i sostenitori del club, una vera e propria istituzione del territorio, in piedi da quasi 50 anni. La proprietaria della struttura è la parrocchia Sant’Ambrogio che, una volta scaduto il contratto, a fine giugno, ha deciso di non prorogare ulteriormente la permanenza di Casucci, nonostante la raccolta firme e gli appelli di chi non può fare a meno di una struttura così importante per il paese. Non è in sicurezza, va rimosso l’amianto e per questo chiuso, ha detto don Franco della parrocchia, ma il gestore non ci sta.

«Non si può chiudere un punto di riferimento indispensabile per la città – dichiara Casucci affranto –, potevamo metterci d’accordo, i lavori si potevano fare ad agosto ed evitare una chiusura che temiamo sarà definitiva e non temporanea come dicono, finché non si trova un altro proprietario». Nessun problema di affitto. «No, abbiamo sempre pagato regolarmente e offerto un servizio per la comunità – racconta il 77enne che si occupa del club da oltre 20 anni –, ora veniamo sbattuti fuori senza ascolto. Ho tutte le raccomandate che ho inviato al parroco per chiedere un incontro, una soluzione. Sono tutte passate inascoltate. È ingiusto privare il territorio di un centro di aggregazione come questo».

Contrario alla chiusura anche il sindaco Fabio Bottero, che in questi mesi ha cercato in tutti i modi di conciliare le due parti e intercedere per evitare il peggio: «Ho provato a fare incontrare le parti ma senza successo. Sembrava ci fossero molti soggetti interessati a subentrare ma ora pare non ci sia più nessuno. Spero che il centro non chiuda i battenti: è necessario garantire un punto di riferimento sportivo e sociale».

«Se chiude – teme il sindaco – rischia di diventare un ricettacolo per sbandati e malintenzionati. È giusto pensare di intervenire sull’amianto, ma non può finire come a Corsico dove il centro sportivo è chiuso ormai da un anno. Casucci garantiva un punto di aggregazione e un presidio indispensabile per la struttura e per la zona». Ma dal parroco non giungono ripensamenti, mentre si continua a lanciare appelli affinché possa tornare sui propri passi.

«Abbiamo mandato tante lettere, abbiamo tentato di coinvolgere anche la Curia e il vescovo di Milano – afferma il gestore –: non c’è stato nulla da fare. Ho dovuto già disdire tutte le utenze, oggi si chiude e la città perde un pezzo di storia».