La nazionale del Venezuela a Buccinasco: qui la pallavolo è senza barriere

La squadra sta preparando le Olimpiadi riservate agli atleti sordi

La nazionale del Venezuela ha fatto tappa a Buccinasco per preparare i prestigiosi Deaflympics

La nazionale del Venezuela ha fatto tappa a Buccinasco per preparare i prestigiosi Deaflympics

Buccinasco (Milano), 8 luglio 2017 - Per “chiamarsi” la palla si scambiano uno sguardo. Non possono urlare “mia”, parlare al compagno. I ragazzi della nazionale di pallavolo sono sordi, ognuno con un grado diverso. Il gruppo è arrivato dal Venezuela in Italia per disputare una serie di amichevoli, in vista dell’impegno più importante dell’anno: le Deaflympics, le olimpiadi dei sordi che si terranno dal 18 al 30 luglio a Samsun, in Turchia. Saranno 5mila gli atleti che parteciperanno ai giochi (95 gli azzurri) in 14 discipline, tra cui la pallavolo. La nazionale del Venezuela ha deciso di prepararsi con un tour di allenamenti in giro per l’Europa.

In Italia hanno fatto tappa a Buccinasco, grazie a Franson Neris, 47 anni, ex giocatore della nazionale venezuelana che è volato in Italia, a Corsico, 12 anni fa. Un pioniere del beach volley, organizza corsi e si occupa di prevenzione delle malattie cardiache con l’alimentazione. Gli allenatori dei ragazzi del Venezuela, Marcelo Arias e Edward Vegas, lo hanno chiamato e lui ha organizzato. Si allenano nelle palestre di Buccinasco, anche il neo sindaco Rino Pruiti con l’assessore allo sport Mario Ciccarelli sono andati a trovarli: "Un’esperienza bellissima - dicono -, vedere questi ragazzi giocare fa capire la difficoltà di non poter comunicare a voce. Hanno un’intesa pazzesca". Ed è proprio la capacità di capirsi al volo che li rende grandi professionisti. Una squadra dai 18 ai 38 anni, ad allenarli c’è anche Francisco Sotteldo, fuoriclasse palleggiatore del Venezuela che ha vinto la sua battaglia contro la leucemia con un trapianto fatto qui in Italia, all’Humanitas di Rozzano. A fine allenamento i ragazzi si stringono in cerchio. L’allenatore dà le indicazioni. Lui parla, uno dei ragazzi che sente un po’ traduce con il linguaggio dei segni. Poi si abbracciano e battono le mani per caricarsi.

"Pensate alla difficoltà - racconta Neris -: nella pallavolo si ascolta tantissimo. Devono fare tutto con gli occhi. È bello vederli giocare contro le altre squadre: il linguaggio dei segni è universale, si capiscono tra nazioni diverse. Persino quando si insultano". Partiranno martedì per la Turchia, hanno affrontato a Trento l’Italia e si sono impegnati in diverse amichevoli. "Gli avversari sono temibili - dicono gli allenatori -. La Turchia è forte e le squadre dell’Est Europa sono scogli. Anche l’Italia si difende bene".