Sala scommesse illegale, finisce nei guai un diciottenne di Mediglia

Il giovane agiva per conto di un bookmaker straniero

 Le Fiamme Gialle appongono i sigilli al business delle scommesse di Pandino

Le Fiamme Gialle appongono i sigilli al business delle scommesse di Pandino

Mediglia (Milano), 1 luglio 2015 - Doveva essere una cartoleria con centro di trasmissione dati, ma la copertura ha retto ben poco, anche perché sulle due vetrine esterne del grande negozio di via Circonvallazione a Pandino (Lodi) spiccava l’enorme marchio della casa di scommesse maltese Betuniq, legale a Malta e in altri stati, illegale in Italia perché la casa madre non ha aderito alle disposizioni statali italiane e, come tale, non può aprire negozi e filiali sul nostro territorio. Così, dopo una prima visita dei finanzieri della Guardia di Finanza di Crema, effettuata alla fine dello scorso maggio, ieri mattina il negozio è stato definitivamente sigillato. A dire il vero, dicono i bene informati, il gestore, un ragazzo di 18 anni residente a Mediglia che aveva aperto il negozio solo quattro mesi fa, aveva capito che la sua copertura non avrebbe retto e già da un paio di settimane non apriva più quel che era a tutti gli effetti una sala scommesse. All’epoca della prima ispezione, avvenuta alla fine di maggio, i finanzieri avevano trovato all’interno della improbabile cartoleria dei macchinari grazie ai quali era possibile effettuare scommesse in denaro ma che non erano collegati alla rete statale di raccolta del gioco.

Inoltre era apparso chiaro che nel locale era possibile effettuare scommesse per conto del bookmaker estero Betuniq e si poteva tentare la sorte puntando su svariate competizioni sportive, anche virtuali, dal calcio alle corse di cavalli, grazie alle diverse postazioni allestite dal titolare dell’esercizio commerciale. Ieri mattina i finanzieri, su delega dell’autorita` giudiziaria titolare del procedimento penale, hanno eseguito il decreto della procura, sequestrando l’intero immobile e tutti gli strumenti presenti all’interno del locale (computer, monitor per la visualizzazione delle quotazioni, stampanti per la produzione delle ricevute da gioco) interrompendo l’attivita illegale. Al giovane titolare, denunciato, è stata constatata inoltre una violazione amministrativa di 120mila euro, prevista dalla nuova legge di stabilita, poiché gli apparecchi idonei a consentire l’esercizio del gioco in denaro non erano collegati alla rete statale di raccolta gioco e una seconda sanzione, ancora da quantificare ma che può arrivare sino a un massimo di 50mila euro, per la raccolta di scommesse riguardanti eventi sportivi non inseriti nel palinsesto messo a disposizione dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.