Madre e figlia invalide e sfrattate ora dormono su un divano

Pieve, le due donne sono prime in graduatoria per la casa, ma Aler e Comune tergiversano di Massimiliano Saggese

INVALIDA Maria Marrazzo(MdF)

INVALIDA Maria Marrazzo(MdF)

Pieve Emanuele, 13 novembre 2014 - Mamma e figlia invalide, sfrattate da una casa ex Inail. Ora dormono sul divano a casa di uno dei figli della donna. È l’ennesimo dramma nato dalla dismissione degli immobili di enti previdenziali e assistenziali che negli anni scorsi ha costretto gli inquilini di realtà popolari come quella di Pieve ad acquistare l’immobile dove vivevano in locazione o a optare per una casa popolare. A distanza di anni però, se la casa popolare non è arrivata, lo sfratto si.

La storia ha come protagonista Maria Marazzo, 62enne, invalida al 100%, e la figlia Fabiana, anche lei invalida. La donna viveva dal 1989 in quella casa di via dei Pini 6, da dove è stata sfrattata con la forza pubblica (fabbro, ufficiale giudiziario, carabinieri, una ambulanza e il medico della Asl). «Dopo 25 anni siamo stati sfrattati – spiega la donna - e ora sono costretta a dormire su un divano. Abbiamo sempre pagato l’affitto, sia quando erano case Inail, sia quando poi sono state vendute. Poi dopo varie vicissitudini la proprietà è diventata di una agenzia immobiliare e il privato ci ha sfrattato. Dovevamo avere una casa popolare, siamo primi in graduatoria, ma in Comune ci hanno detto che case a disposizione non ce ne sono e da Aler invece ci hanno sempre rispedito in Comune, dicendo di rivolgerci all’Ufficio casa. Uno scaricabarile che penalizza i deboli».

La famiglia di Maria Marrazzo non era in grado quando c’è stata la dismissione degli immobili di affrontare un mutuo, come è accaduto in seguito a molte altre che vivono nei palazzi di via dei Pini e che oggi nonostante le promesse di una casa popolare rischiano di finire in mezzo ad una strada. «Abbiamo fatto il possibile per trovare una sistemazione per la signora Marrazzo – spiegano dal Comune – abbiamo anche chiesto ad Aler un alloggio di emergenza, ma nulla. Sul nostro territorio ci sono case popolari vuote ma chiuse perché inserite in piano vendita che non decollano, da anni e la gente finisce in mezzo alla strada». Dopo lo sfratto l’anziana è stata portata in ambulanza in Comune e ha atteso il sindaco Paolo Festa che l’ha ricevuta senza poter fare nulla.