Corsico, 10 febbraio 2015 - Beghe familiari finite nel peggiore dei modi: un nonno che sfratta il nipote di appena 12 anni. Una mamma che si vede togliere la custodia del figlio non potendogli offrire un tetto sopra la testa e un ennesimo caso di sfratto che porta brutalmente d’attualità il problema dell’emergenza casa. Questo quanto accaduto ieri mattina in via XXII Marzo a Corsico, dove una famiglia è stata sfrattata dall’appartamento in cui viveva. Non per morosità incolpevole, anche se il disagio economico è alla base di questa triste storia, ma per una sentenza di «sloggio» per occupazione abusiva. Una storia lunga costellata di ripicche e come incolpevole vittima un adolescente che ora è stato affidato allo zio.
Per recarsi a scuola, dovrà effettuare circa 30 chilometri ogni mattina. «Negli anni scorsi – spiega la mamma del bambino – non sono riuscita a pagare le spese o un affitto. Non avendo un lavoro, se non occasionale, e non ricevendo alcun assegno di mantenimento da parte del mio ex marito, i pochi soldi che guadagnavo li ho dovuti spendere per sfamare i miei figli. Oggi, mi trovo in questa condizione: allontanata dalla casa in cui vivevo e senza un tetto sopra la testa». Una vicenda dolorosa segnata da battaglie legali.
«Iniziamo dal lontano 2004, quando mia nonna paterna muore e mio nonno si risposa con un’altra donna e va abitare in affitto, lasciando a noi la casa, di sua proprietà per un terzo. L’altra frazione è di mio papà». Così racconta la figlia 21enne della donna. «I miei genitori si separano nel 2008 ma mio padre non vuole lasciare la casa - prosegue -. Così, siamo noi costretti a mollare l’abitazione e a affittare un appartamento. Come da sentenza di separazione, le spese avrebbe dovuto pagarle mio padre ma così non è stato. Abbiamo quindi avuto uno sfratto». Nel frattempo anche il padre lascia l’immobile di via XXII marzo: si apre così un contenzioso. I giudici assegnano la casa al nucleo famigliare con il minore e il nonno, rientrato nell’abitazione, viene sfrattato. Così fa ricorso e vince la causa. «Io non avevo soldi per ricorrere in appello – spiega la mamma –, facendolo avrei forse bloccato il procedimento». Ieri l’esecuzione della sentenza. Scene strazianti. Imperterrita, nonostante l’intervento del Comune, la proprietà ha voluto procedere nell’operazione di sfratto: sebbene la casa sia ora occupata dai mobili e dagli oggetti della famiglia, nessuna proroga è stata concessa.
francesca.santolini@ilgiorno.net