Emergenza profughi nel Sud Milano, tra solidarietà e barricate leghiste

Da Opera secco no ai 50 ospiti nel residence di Pieve di Massimiliano Saggese

alcuni profughi arrivati al Ripamonti Residence

alcuni profughi arrivati al Ripamonti Residence

Pieve Emanuele, 4 luglio 2014 - Ancora profughi nel Sud Milano. Ne sono bastati una cinquantina, ospiti a Pieve, per provocare una forte polemica che ha coinvolto varie amministrazioni della zona. Ma questa volta si tratta di un’emergenza che, almeno per quanto riguarda il territorio di Pieve Emanuele, dovrebbe durare pochi giorni. A differenza di quanto accaduto nel 2011, quando ne arrivarono 420 che dovevano restare poche settimane e rimasero per due anni. «Dopo quelli giunti alla fine di giugno a Milano, e per l’esattezza a Chiaravalle, a pochi metri dal confine operese, in una zona già densa di campi nomadi abusivi, oggi eccone arrivare altri, di nuovo a Pieve Emanuele a sud di Opera — commenta il sindaco operese Ettore Fusco —. Da sempre siamo contrari all’ospitalità dei clandestini, perché tali sono quegli stranieri che entrano nel nostro territorio senza un titolo per farlo. Non vogliamo rivivere quanto avvenuto nel 2011, quando abbiamo dovuto alzare delle barricate per impedire ai 500 profughi ospitati nel residence Ripamonti di varcare i nostri confini durante le loro manifestazioni di protesta. La nostra città non ha né strutture né risorse per l’ospitalità dei clandestini e neppure dei presunti profughi. È una questione di sicurezza oltre che di costi». Il secco «no» ai profughi del leghista Fusco, che annuncia barricate al confine con Pieve, non trova sponda da altre parti. «Noi siamo pronti ad aiutare le amministrazione comunale qualora ci fosse la necessità — spiega Giuseppe Falcone, presidente di Api (Associazione poliziotti italiani Sud Milano, ndr). Non ci tireremo certo indietro, non l’abbiamo fatto in passato quando a Pieve ne arrivano 420 venti tutti insieme. Abbiamo anche detto all’assessora Paola Battaglia che siamo disponibili ad un incontro preventivo». Anche da Basiglio solidarietà ai profughi arriva da Carmen Lentini, esponente del Pd locale ed esperta di problematiche sanitarie: «Tutte le amministrazioni devono essere pronte ad aiutare il prossimo anche se il metodo migliore resta quello di aiutare i popoli in difficoltà nei loro Paesi». Comunque il primo cittadino di Pieve Emanuele, Paolo Festa rassicura tutti: «Sono stati allogiati al residence Ripamonti e sono una cinquantina, dovrebbero restare qui ospiti fino a domani, massimo dopodomani. Ho avuto rassicurazioni dal capo di gabinetto del Prefetto che sono attesi in una struttura in un Comune a ovest della provincia Milanese». massimiliano.saggese@ilgiorno.net