Zibido, la Regione dice sì al pozzo. E subito scatta la polemica

La caccia al metano e i rischi per l’ambiente

I militanti del comitato «No Triv» in corteo

I militanti del comitato «No Triv» in corteo

Zibido (Milano), 10 dicembre 2015 - La Regione dà parere favorevole alla realizzazione del pozzo esplorativo per il metano di Moirago. Protestano i No Triv che annunciano ricorso al tar. La Regione Lombardia alla fine si è espressa favorevolmente alla realizzazione di un pozzo esplorativo nella frazione di Moirago,  nonostante le proteste del comitato No Triv e di alcuni consiglieri regionali fra cui anche l’azzurro Altitonante. «L’intesa favorevole rilasciata dalla Regione Lombardia al ministero dello Sviluppo economico sul progetto relativo al pozzo esplorativo di gas metano, Moirago 1, è un ulteriore passaggio che fa seguito al decreto positivo dello scorso marzo relativo alla valutazione dell’impatto ambientale – spiegano da  Apennine Energy –. Per quanto ci riguarda continuiamo a lavorare in sintonia con le amministrazioni per garantire la piena sostenibilità del progetto. Ribadiamo, come fatto nei mesi scorsi, che Apennine Energy ha scelto tecnologie e tecniche che rappresentano lo stato dell’arte in materia di sicurezza e sostenibilità ambientale. Non vi è pericolo alcuno per la falda acquifera, nè per il Parco Agricolo Milano sud: si ricorda ancora una volta che l’area di cantiere è posizionata al di fuori dell’area Parco, all’interno di un area industriale. Tutto il cantiere sarà alimentato elettricamente quindi senza alcuna emissione in atmosfera, e con impatto sonoro prossimo allo zero».

«Attendiamo la versione ufficiale della delibera – commenta il sindaco Piero Garbelli –. Nelle varie bozze che girano in rete è riportato un parere favorevole mai espresso dal Comune, il quale, viceversa, ha dato un parere interlocutorio, con molte richieste di approfondimento, le cui risposte ci attendiamo di vedere nella deliberazione. Dopo vedremo come procedere. L’amministrazione comunale non ha certo chiesto che la società Appennine venisse a scavare sul territorio di Zibido. Ma quando siamo stati coinvolti come istituzione, abbiamo immediatamente organizzato dapprima delle riunioni delle commissioni consiliari e subito dopo delle assemblee pubbliche per condividere con tutta la città la proposta che ci siamo trovati a gestire tra capo e collo. E soprattutto per capire cosa fare per ottenere il massimo delle garanzie possibili, al di là delle prese di posizione ideologiche o basate su informazioni scientificamente non sostenibili».