Terra dei fuochi, una nuova perizia riaccende la paura

Carpiano, dito puntato contro le acque irrigue al posto degli sversamenti pirata

Esclusa la presenza in eccesso di diossina, presenti quattro metalli pesanti

Esclusa la presenza in eccesso di diossina, presenti quattro metalli pesanti

Carpiano (Milano), 19 settembre 2016 - Dalla terra dei fuochi spuntano nuovi interrogativi sulla sicurezza ambientale nel Sud Milano. A far scattare nuovamente la paura è la perizia di parte sui campi contaminati, commissionata dall’azienda agricola proprietaria dei terreni tra Carpiano e Landriano. Il documento – che verrà discusso oggi in Regione durante la Conferenza dei servizi indetta per avviare la bonifica dei terreni – sposta l’asse del problema. Secondo il perito, infatti, le sostanze inquinanti sarebbero state depositate attraverso le acque irrigue, inquinate nel corso degli anni dalle lavanderie industriali che un tempo di trovavano nella zona di San Giuliano. Niente sversamenti pirata, com’è stato invece scritto dai ricercatori di Ispra.

Si riaccende quindi la preoccupazione dei residenti. «Se questa tesi è vera, altri terreni potrebbero essere contaminati – dice Andrea Bruni, consigliere comunale della lista Vivi Carpiano – La nostra è una zona di ex marcite, le sostanze tossiche potrebbero essere ovunque: sui terreni coltivati ma anche lungo gli argini delle rogge dove molte persone vanno a cogliere i funghi. Il riso è uno dei prodotti che assorbe in quantità maggiori l’inquinamento, mi chiedo se siano sicure le produzioni del Sud Milano». La perizia esclude la presenza in eccesso di diossina e registra quattro metalli pesanti: arsenico, cadmio, piombo e zinco.

Vivi Carpiano lancia un appello al sindaco: «Vogliamo sapere se le nostre terre sono sicure, chiediamo che venga avviato un monitoraggio per escludere pericoli per la salute delle persone che vivono in questa zona. Noi cittadini non siamo mai stati coinvolti, vogliamo capire come le istituzioni e gli enti più alti si stanno muovendo. Siamo riusciti a leggere la perizia perché abbiamo chiesto l’accesso agli atti del Protocollo, ma documenti così importanti per la nostra salute dovrebbero essere pubblicato sul sito del Comune: la sicurezza ambientale è tropo importante per essere avvolta dal silenzio», conclude Bruni.