Corsico, tagliate le ore di sostegno: la denuncia di due mamme

Situazioni già difficili da gestire, rese ancora più complicate dalla mancanza di assistenza e sostegno da parte delle istituzioni. La battaglia di Marina e Anna

Marina Muzza

Marina Muzza

Corsico (Milano), 21 settembre 2016 - Situazioni già difficili da gestire, rese ancora più complicate dalla mancanza di assistenza e sostegno da parte delle istituzioni. Sono due, ma molte di più sono ancora in attesa di risposta, le mamme che chiedono un intervento concreto per poter affrontare l’organizzazione della vita quotidiana e garantire il necessario diritto alla scuola ai figli che soffrono di patologie o devono vivere con disabilità accertate. È il caso della figlia di Marina Muzza che da anni combatte per ottenere ciò di cui la figlia ha bisogno: "Ci sono state ridotte le ore: ne abbiamo a disposizione solo 12 a settimana con un educatore che deve seguire tre bambini con esigenze totalmente diverse – racconta la mamma della piccola di quasi 5 anni che frequenta la materna Parini -. Mia figlia ha diritto al massimo delle ore, certificate, eppure continuano a dimezzare la disponibilità".

Un problema centrale, secondo l’assessore ai Servizi alla persona Antonio Saccinto: "Purtroppo il monte ore viene individuato a livello territoriale, su tutti i sei Comuni del distretto e suddiviso in base alle numerose richieste che arrivano agli uffici comunali. Da parte nostra – prosegue –, laddove siamo potuti intervenire direttamente, abbiamo accresciuto di almeno il 25% l'assistenza scolastica, sia in termini economici sia di ore. Speriamo che su questo anche a livello governativo si comprenda il problema, noi ce la stiamo mettendo tutta". 

Non la pensa così Anna Saladino, un’altra mamma che si sente abbandonata dalle istituzioni. Il figlio 16enne soffre di una rara patologia e necessita assistenza continua. Mamma single, si trova in difficoltà ad accompagnarlo ogni mattina, ora che il figlio ha cambiato istituto. "Ho a disposizione solo 5 ore di sostegno, significa che mio figlio può frequentare la scuola solo tre giorni a settimana perché gli altri non riesco ad accompagnarlo. Ho chiesto il sostegno del comune, domandando la possibilità di un trasporto o di sfruttare quello già in atto per l’accompagnamento dei disabili adulti, ma mi è stato negato. Non ho mai usufruito in questi anni di ciò che mi spettava – afferma Saladino – perché volevo lasciare ad altri le poche risorse messe a disposizione. Ora, però, sono disperata: a mio figlio, così, viene negato il diritto allo studio".

Unica possibilità: "Affidarsi alle coop e poi chiedere il rimborso di quanto speso a Città Metropolitana che non so quando e come mi rimborserà", precisa la mamma. Impossibile per i comuni intervenire, secondo l’assessore: «Stiamo individuando un percorso. Le amministrazioni non possono anticipare il pagamento del servizio, almeno secondo le direttive dei giudici contabili». Intanto, la mamma è scoraggiata: "Sono sola, cosa posso fare? Come posso garantire a mio figlio un diritto che gli è dovuto?"