Centro commerciale San Giuliano, le frasi choc dell'inchiesta

L’ex sindaco e il suo vice Cristian Stefanoni sono accusati di aver ricevuto tangenti per il centro commerciale

La Guardia di Finanza in azione

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San Giuliano Milanese (Milano), 22 febbraio 2018 - «Non riesco più - in alcun modo - a giustificare il tuo costo in relazione alle prestazioni svolte in capo alla società». È il 31 agosto 2015 quando Maria Nigro, l’amministratore della Milpar srl, la società che nel 2009 ha ottenuto l’ok del Comune per la costruzione del centro commerciale da 80 negozi a San Giuliano Milanese con annesso cinema multisala da 1.200 posti, ha inviato all’ex sindaco Marco Toni una mail per avvisarlo del licenziamento dall’incarico di direttore del centro commerciale.

Secondo il gip di Lodi, Isabella Ciriaco, è proprio dal tenore di questo documento che emerge con evidenza che Toni rivestiva un ruolo per il quale percepiva «un elevato stipendio non giustificato». Su questo, infatti, si basa l’accusa di corruzione che la Procura di Lodi sostiene nei confronti dell’ex amministratore. Secondo gli inquirenti, sono quasi 200mila euro i compensi che l’ex sindaco Toni avrebbe incassato come direttore del centro commerciale San Giuliano tra il 2012 e il 2015 da parte della Milpar srl, proprietaria del polo commerciale sulla via Emilia finito sotto sequestro da martedì mattina (il centro resta però aperto al pubblico). Sul malaffare che regnava a San Giuliano ai tempi della Giunta guidata da Marco Toni, sindaco dal 2000 al 2009, ex Pci e Ds, il giudice nell’ordinanza scrive «di un gruppo criminale capace di ottenere, mediante una consolidata struttura corruttiva basata su una ramificata rete di conoscenze, di consenso e di rapporti duraturi all’interno del Comune».

Con l'ex sindaco, infatti, sono finiti nell’inchiesta della Guardia di finanza di Lodi, seguita dal comandante provinciale Vincenzo Andreone e dal capitano Domenico Lamarta, anche il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Cristian Stefanoni, il dirigente del Settore tecnico comunale, Roberto Corradi, e altri tre imprenditori (l’amministratore della Milpar, Maria Nigro, Luca Mauri (progettista del Centro ed ex convivente della Nigro e Saverio Di Gioia). Tutti gli indagati sono accusati a piede libero di corruzione, mentre per i tre imprenditori c’è anche la frode fiscale (per aver simulato cessioni d’area e fatture false per 140 milioni di euro). A fare emergere il sistema corruttivo è stata la denuncia del nuovo sindaco di San Giuliano, eletto dopo Toni, Alessandro Lorenzano che nel 2011 si accorge che le fideiussioni previste dall’accordo con la Milpar srl, la società proprietaria dell’ex Albergo, non erano mai state presentate.

La società Milpar, secondo l’accusa, avrebbe garantito mazzette per 300mila euro ai tre amministratori pubblici pur di garantirsi la costruzione del centro commerciale senza avere versato le fidejussioni necessarie. Al tecnico Corradi, per esempio, la società ha versato 52mila euro e regalato una vasca idromassaggio per il bagno di casa. La Milpar si sdebita con sindaco e vicesindaco subito dopo l’inaugurazione del centro commerciale nel 2012: il 3 settembre 2012 Marco Toni viene assunto come direttore del centro commerciale da lui stesso autorizzato. Tra il 2012 e il 2015 incassa stipendi per quasi 200mila euro. Nel centro commerciale, però, in tanti dichiarano di non averlo mai visto e agli atti finisce una mail di Maria Nigro, amministratore della Milpar, anche lei incriminata per corruzione. Il 6 agosto 2015, la Nigro, scrive a un’impiegata dell’ufficio personale. «In ufficio lui (Toni, ndr) fa poco e niente... lo avevamo assunto anche in considerazione che aveva lasciato un posto di lavoro per venire qui e ha tre figli piccoli da mantenere».