Rozzano (Milano) - Trecento lavoratori del gruppo Tim presidiano i cancelli della Torre, il termine con cui viene identificata la sede rozzanese della società di telecomunicazione. Mentre gli azionisti, riuniti in assemblea devono approvare il bilancio 2016 e rinnovare, a partire da domani, il consiglio di amministrazione, i dipendenti del gruppo manifestano per far valere i loro diritti. Dopo aver indetto uno sciopero per l’intero turno, le organizzazioni sindacali, in prima fila, hanno guidato la protesta.
“I top manager sono ricoperti d’oro – spiegano i rappresentanti sindacali - mentre si chiedono ennesimi sacrifici per quei lavoratori che con il loro impegno quotidiano hanno permesso il raggiungimento di ottimi risultati. Infatti, Tim ha chiuso il 2016 con un margine operativo lordo di 6,7 miliardi e un utile netto di 1,9 miliardi, i migliori risultati degli ultimi dieci anni”. La vertenza dei lavoratori Tim/Telecom, iniziata a novembre scorso ha diversi obiettivi: lo smantellamento del contratto aziendale, il nuovo regolamento unilaterale e il taglio di alcuni diritti acquisiti nel tempo come ad esempio ferie, permessi e la scomparsa del premio di produzione. Ma il problema di fondo è molto più ampio: “Va riaperta una discussione sull’intero settore legato all’erogazione di un servizio importante come quello del diritto alla comunicazione – spiegano i sindacalisti FLMUnici Cub – e questo, secondo la CUB può essere garantito solo con il controllo pubblico”.