Rozzano, nei palazzoni Aler cantine allagate da giorni

Le operazioni di spurgo non risolvono definitvamente la situazione alalrmante di via Lillà

Cantine allagate (foto d'archivio)

Cantine allagate (foto d'archivio)

Rozzano (Milano), 9 dicembre 2016 - Acqua alta a Rozzano. Cantine allagate e inagibili ma per ora gli interventi non bastano. Entrando nelle cantine dei palazzi Aler di via Lillà sembra di essere a Venezia: per raggiungerle bisogna indossare delle calosce oppure camminare su passerelle improvvisate adagiate dagli inquilini ma, a differenza di Venezia, qui lo spettacolo è davvero deprimente. Oltre all’acqua, regnano il degrado, l’incuria, la sporcizia. Già perché i vandalismi hanno trasformato gli scantinati in luoghi tetri tant’è che in molti da anni li hanno abbandonati. Ma per chi invece ne ha assoluto bisogno la situazione è invivibile.

"È più di una settimana che le cantine sono in questo stato. Siamo impossibilitati ad accedere anche ai locali contatori in caso di necessità – spiega Mario Palumbo, uno degli inquilini di via Lillà –. Ovviamente non possiamo nemmeno arrivare alle nostre cantine per prelevare gli addobbi di Natale senza incontrare topi o calpestare escrementi vaganti. Chiamati e richiamati più volte gli addetti alla manutenzione mi hanno risposto che vedranno di intervenire in settimana per spurgare. Questo è l’ennesimo allagamento. Ogni mese si presenta questa situazione. Tutti reclamiamo e Aler ci manda sempre gli addetti allo spurgo e questi più che svuotare e pulire non possono fare". E infatti nei giorni scorsi alcune pompe per lo spurgo sono entrate in funzione. Il problema riguarda però i pozzetti e le fognature che si intasano.

Infine, una volta terminato lo spurgo, occorrerà una bonifica delle cantine in quanto non è descrivibile quello resta sui pavimenti. "Il problema di questi palazzi non è solo quello relativo agli allagamenti continui ma qui non funziona nulla: non funzionano i citofoni, i portoni non si chiudono e le antenne della tv spesso sono guaste. A noi solo l’onere di continuare a pagare spese di manutenzione care".