Rozzano, la bici dipinta d'oro: il trucco del ladro di bike sharing

Prima ha rubato una delle bici in condivisione Ofo, poi per camuffarla l'ha riverniciata

Una fantasiosa versione personalizzata delle biciclette Ofo in versione Gold edition

Una fantasiosa versione personalizzata delle biciclette Ofo in versione Gold edition

Rozzano (Milano), 18 ottobre 2017 – Qualcuno ha riassunto con un velo di malinconia (ma anche con un po’ di concreta consapevolezza) che non siamo pronti per la civiltà. Troppe le bici in sharing sul territorio milanese che hanno fatto un’immeritata fine. Alcune le hanno annegate, sul fondo del Naviglio, poi ripescate cadaveri dai bravi canottieri. Altre le hanno mutilate, strappando i sellini e le gomme. Alcune sono rimaste piegate sui marciapiedi, martoriate e rese non più utili al nobile scopo di quella che si chiama “mobilità sostenibile”. Una è finita su una cabina del telefono, che osservava le compagne di viaggi arrampicate sugli alberi, impiccate sui rami. Sconfitte.

E poi, c’è il genio. Quello che ha pensato di farla sua, di smetterla con tutta questa civiltà della condivisione. In tanti ci avevano provato, a rubarle e a parcheggiarsele anche in casa. Fa niente se proprio leggere non sono (pesano una ventina di chili), basta un sasso o un martello per spaccare il blocco posteriore e voilà la bici di tutti diventa personale. E personalizzabile. C’è chi, infatti, non ha resistito alla tentazione di farla sua, di esprimere la propria creatività decorandola. E così il comune (e riconoscibilissimo) giallo di Ofo, il marchio delle bici in condivisione usabili tramite app, è diventato un più sontuoso oro. C’è chi lo chiamerebbe kitsch, ma senz’altro è un’opera d’arte, l’arte del camouflage.

Sul gruppo Sei di Rozzano se, una di quelle pagine nate nostalgiche e diventate denuncia di quello che succede in città, c’è chi si è fatto una risata. E chi ha commentato un po’ come il nichilista di prima, quello che diceva che non siamo pronti per tanta civiltà. La bici ormai dorata, che farebbe invidia alle sciccose fixed di design, se ne sta lì, luccicante. L’artista, tuttavia, ha dimenticato di dare nuova vita anche al sellino, che sfoggia ancora il marchio Ofo. Però l’ha legata. Se no gliela rubano.Francesca Grillo