Corsico, il maxi ristorante cinese ha chiuso

Lungo la Vigevanese aprirà un centro commerciale asiatico

Il locale lungo la Vigevanese

Il locale lungo la Vigevanese

Corsico (Milano), 15 febbraio 2017 - Scontro tra titani: cadono le prime teste. La chiusura di uno dei più grandi ristoranti cinese del sud Milano, una sorta di impero del cibo Asian in modalità “all you can eat”, mette in evidenza come la concorrenza spietata di colossi Made in China inizi a mietere le vittime; anche tra gli stessi connazionali. Subentrato qualche anno fa a uno dei tanti fast-food che hanno caratterizzato gli anni ’80-’90, la struttura che affaccia lungo la nuova Vigevanese ha chiuso i battenti registrando il primo crack del popolo con gli occhi a mandorla. Ma se una saracinesca si abbassa, un’altra si alza, sempre gestita dai cittadini nati all’ombra della bandiera rossa a 5 stelle.

Un settore, questo, che - almeno commercialmente - continua a segnare segni più. A pochi metri dalla struttura a tre piani che, riconoscibile dalla sua grandezza e da una mega statua di Budda all’ingresso, gli stessi cinesi sembra stiano aprendo un centro commerciale facendolo risorgere dalle ceneri del fallimento di un mega store di commercianti italiani. Come si suol dire, il cadavere è ancora caldo - i sigilli che indicano la chiusura sono ancora lì - e già ne nascono altri alla sua ombra. Un trend che si riscontra in tutto il comune corsichese. I dati parlano chiaro: su 150 tra bar e ristoranti, 25 sono di proprietà cinese. Otto, invece, sono i negozi di vicinato gestiti da popolazioni asiatiche, 5 parrucchieri, 3 estetisti, 5 tra sartorie e lavanderie e 3 centri di media struttura.

Numeri preoccupanti per il tessuto economico del corsichese più in generale: store di gande e media distribuzione gestiti da cinesi sono presenti anche nella vicina Cesano e anche a Trezzano sul naviglio. Una colonizzazione iniziata diversi anni fa, proprio dal cuore del paese corsichese dove un vecchio bar che affacciava lungo le sponde del naviglio, un luogo storico della tradizione ha chiuso per lasciar spazio a un ristorante giapponese. Un fenomeno, questo che si porta con se pregi e difetti: dalla concorrenza con gli altri esercizi commerciali alle problematiche che, fino ad ora, avevano caratterizzato solo negozi italiani. È solo di un anno fa, infatti, il primo rogo doloso che ha demolito un ristorante giapponese che andava per la migliore. Mafia cinese o interessi della criminalità organizzata di casa nostra? Questi gli interrogativi che più di altri spaventano le comunità dell’hinterland, una vera e propria terra di conquista per gli asiatici dopo aver occupato ogni spazio nel capoluogo milanese. E proprio il business che c’è dietro ogni operazione commerciale, gli elevati costi solitamente assolti in contante unitamente alle conoscenze e alle entrature che i cinesi dovrebbero aver per aggiudicarsi spazi, strutture e prodotti, lasciano intravedere meccanismi ben noti agli nostri apparati giudiziari che tengono ben fissa la lente di ingrandimento anche e soprattutto in questo settore.