Il Tar condanna Pieve Emanuele: il Comune sborsi 729mila euro

Ai giudici si erano rivolti i proprietari di un terreno in via Matteotti, a Fizzonasco, ai quali era stato concesso il via libera per costruire nuove residenze

Il sindaco di Pieve Emanuele, Paolo Festa

Il sindaco di Pieve Emanuele, Paolo Festa

Pieve Emanuele (Milano), 19 gennaio 2018 - La questione è molto tecnica, difficile da comprendere se non si mastica un po’ di linguaggio burocratico e di atti comunali. Quello però chiaro è l’esito di una diatriba lunga sette anni: il Tar ha condannato il Comune alla restituzione di 729mila euro. Ai giudici si erano rivolti i proprietari di un terreno in via Matteotti, Fizzonasco, ai quali era stato concesso il via libera per costruire nuove residenze.

Era il 2010 e al comando del Comune c’era l’amministrazione di centrodestra. La stessa che ha, poi, concordato una variazione del Piano di intervento integrato, con cui si modificavano le «potenzialità edificatorie, più che raddoppiate», spiega l’amministrazione. Immediata era stata la contestazione da parte delle associazioni ambientaliste e dei comitati dei residenti, opposti al raddoppio delle costruzioni previste. Ma il Comune inizia a incassare gli acconti degli oneri di edificazione e i proprietari, la famiglia Gagini, comincia a prendere accordi con aziende interessate alla compravendita dell’area.

Nel 2013 c’è una seconda variante che, dopo le proteste delle associazioni, viene sottoscritta con una riduzione delle volumetrie. Alla fine, i proprietari però non costruiscono nulla. È il 2015 quando inizia il contenzioso: i Gagini chiedono la restituzione delle somme già versate. «I proprietari non hanno costruito, ma hanno versato lo stesso quelle somme, che rivogliono indietro – spiega il sindaco Paolo Festa – Il problema è da ricondurre alla scellerata operazione della passata amministrazione. Non ci arrendiamo: faremo ricorso al Consiglio di Stato».