Corsico, la mensa negata ai bimbi: i compagni mangiano, loro guardano

Un panino portato da casa: è il pranzo degli alunni esclusi dal servizio di refezione

Inservienti a una mensa scolastica

Inservienti a una mensa scolastica

Corsico (Milano), 21 maggio 2016 - Diciasette alunni di quarta elementare si siedono al tavolo della mensa per pranzare. Sette di loro mangiano un piatto di pasta, gli altri dieci consumano il panino portato da casa. A volte però, la fame si fa sentire a metà mattina e i bimbi divorano il panino nell’intervallo.

Spesso le maestre intervengono, cedendo ai piccoli il loro pasto. Succede alla scuola di via Curiel a Corsico. La prima cerchia dell’hinterland milanese, trentacinquemila abitanti. La maggior parte delle famiglie che porta i figli alla scuola di via Curiel, vive nel quartiere Lavagna.

Nell’istituto da gennaio il momento del pasto «è diventato triste», racconta l’insegnante Francesca Vitali: «Ogni giorno dobbiamo assistere a scene drammatiche: bambini che si portano un panino da casa o una porzione di pasta che d’inverno mettevamo sui termosifoni per scaldarla almeno un po’, tentando di spiegare ai piccoli perché alcuni possono consumare un pasto caldo e altri no».

Tutto è iniziato a gennaio. Il sindaco Filippo Errante, eletto sei mesi prima con una coalizione composta dalla lista civica Corsico vivere, Fratelli d’Italia, Alleanza nazionale, Lega nord e Forza Italia, si rende subito protagonista di un’aspra polemica, decidendo di sanare il mancato incasso delle rette scolastiche legate alla refezione, pari a oltre 1 milione di euro, con il pugno di ferro. Mangia solo chi paga.

Di oltre cinquecento morosi ora ne sono rimasti una trentina, di cui dieci nella classe della maestra Francesca Vitali, che lancia un appello: «Il sindaco venga a vedere questi bambini. I loro genitori vivono situazioni economiche difficili ma a volte, per dignità o anche per timore di essere giudicati incapaci, tacciono sulle loro condizioni. Bisogna capirli e aiutarli, esistono altri metodi per fare cassa e non certo discriminando i piccoli che non hanno colpe».

L’insegnante ricorda un episodio: «Una bambina aveva dimenticato la bottiglietta e le è stata negata una brocca con l’acqua del rubinetto. Le è stata data solo dopo che ho insistito. A seguito delle nostre segnalazioni, sono intervenuti i dirigenti di Camst, l’azienda del servizio mensa, che si sono mostrati sensibili».

Un aiuto prezioso, ma non sempre possibile, afferma il direttore Michelangelo Marangi: «Sono certo che l’episodio dell’acqua sia stato un malinteso. Cerchiamo sempre di fornire qualche pasto in più quando possibile, ma anche per noi la situazione non è semplice». L’assessore alle Politiche educative Paola Migliavacca ribatte: «Non abbiamo ricevuto segnalazioni in merito. Le nostre porte sono aperte per valutare possibili percorsi di aiuto. Se ci sono famiglie in difficoltà, interveniamo. Nel plesso Curiel ci sono probabilmente dei problemi organizzativi e di relazione, anche tra insegnanti e genitori: verificheremo».