A Melegnano arriva la 'didattica capovolta': lezioni a casa e compiti a scuola

Successo per il programma sperimentale all’Istituto Paolo Frisi

Alla scuola di via Lazio gli studenti si sentono protagonisti grazie anche all’aiuto delle insegnanti Francesca Pagani e Silvia Ganzerli

Alla scuola di via Lazio gli studenti si sentono protagonisti grazie anche all’aiuto delle insegnanti Francesca Pagani e Silvia Ganzerli

Melegnano (Milano), 27 febbraio 2017 - Dai faraoni egizi alle cellule, dai numeri decimali agli aggettivi possessivi. Tra video e filmati, imparare è più stimolante. E con la “didattica capovolta”, gli studenti si sentono protagonisti. Proprio “la didattica capovolta” è il titolo del progetto che alcune scuole del Melegnanese stanno sperimentando - in linea coi nuovi programmi di apprendimento - per favorire, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie, lo studio, la memorizzazione e il contatto umano.

E' dall'anno scorso che l’istituto Paolo Frisi applica la nuova modalità in alcune classi elementari e medie tra Melegnano, Carpiano e Cerro al Lambro. I risultati, a oggi, sono incoraggianti. Il meccanismo è semplice. L’argomento della lezione che verrà trattato il giorno dopo, in classe, viene anticipato agli studenti, il pomeriggio precedente, attraverso l’invio di video e filmati da parte degli insegnanti.

In questo modo gli alunni arrivano in classe già preparati, pronti per eseguire esercitazioni, lavori di gruppo e laboratori. Rispetto all’impostazione tradizionale, dunque, le tempistiche risultano invertite: la lezione si fa a casa, i compiti a scuola. Da qui la dicitura di didattica capovolta. «Il materiale inviato viene auto-confezionato da noi insegnanti, oppure scaricato da siti specifici, in alcuni casi tradotto da una lingua straniera - spiegano le responsabili del progetto, Silvia Ganzerli e Francesca Pagani -. Alla base c’è un attento lavoro di selezione, anche per scegliere lo stile comunicativo più in linea con le caratteristiche dei ragazzi».

In alcuni casi ai filmati si aggiungono giochi e modalità interattive, per accendere la curiosità e la voglia di approfondire. «È una modalità di apprendimento cooperativo, che sfrutta l’interazione come elemento di stimolo. L’insegnante diventa un mediatore, non è più il detentore assoluto del sapere», proseguono le insegnanti. «È un esempio di didattica attiva, che rende i ragazzi più motivati perché protagonisti del loro apprendimento», aggiunge la dirigente scolastica, Giordana Mercuriali. I riscontri sono positivi, sia da parte degli studenti che da parte delle famiglie. E anche gli alunni con difficoltà, o disturbi di apprendimento, possono trovare una facilitazione.